Ciao a tutti!
Eccomi! Vi sono mancata? Ma certo che
si, come potrei non mancarvi?
Ok, calmiamoci. D'altronde non si
risponde ad una domanda con un'altra domanda.
Oggi volevo parlarvi di un film horror.
Io metto le mani avanti fin da subito.
Questo articolo contiene scene pesanti che potrebbero urtare o
infastidire la vostra psiche. Se siete particolarmente sensibili, vi
consiglio di fermare qui la vostra lettura e andare a vedere i My
Little Pony.
Dopo la lettura potreste avere crisi
isteriche o nausea continua, mal di testa perenni, battito cardiaco
lento, quasi inesistente, perdita di neuroni, o, nei peggiori dei
casi, morte certa dopo qualche minuto.
Fatte le dovute premesse, direi che
possiamo iniziare.
Siete ancora qui? Non tenete proprio
alla vostra sanità mentale.
Potete ancora scappare.
Ops, troppo tardi. Io vi avevo
avvertiti.
Era una giornata come le altre a Tor
San Lorenzo. Il sole brillava come un topazio sopra la nostra amata
scuola. Era particolarmente caldo, così tanto che non pareva nemmeno
inverno. Insomma, potevamo tranquillamente uscire senza giacchetto.
La felpa di Intelligent da €10 bastava
e avanzava.
Il vento accarezzava i capelli di tutti
i ragazzi raggruppati di fronte all'entrata per la Selva Oscura, a
quanto pare, Dante non era dalla loro parte, probabilmente nemmeno
Petrarca.
La campanella suonò e tutti entrammo.
Io sono al piano terra, assieme alle prime. Noi siamo proprio
all'Inferno, terze e (non tutte) le seconde sono al secondo piano, al
Purgatorio, e al terzo piano, il Paradiso GUARDA TE IL CASO non c'è
nessuno!
Eravamo tutti tranquilli, alcuni
scatenavano la 3° Guerra Mondiale per chi doveva vincere Sanremo. Lo
dico e lo ripeterò sempre: sono dalla parte di Mohamood. La canzone
di Ultimo è noiosa quanto le lezioni di storia di Giampy. E ci vuole
ragazzi, ci vuole! Altri parlavano della cotoletta mangiata la sera
prima, ed altri si stavano beatamente facendo i cavolfiori loro.
Fu un lampo.
La porta si aprì e luci si accesero in
un attimo. Flash? Charlie Charlie? Un assassino pronto a squartarci e
a buttare le nostre budella nel Tevere? No.
Molto peggio.
Gioacchino, lettere.
Entrò poggiando la sua cartellina
color nutella sulla cattedra. Tutti persero qualche battito.
Sfoderò il suo disumano “A SEDERE
ROSARIO!” per poi poggiare con prestanza dei fogli bianchi sopra la
sua borsa.
Si, state pensando bene. Erano i test
di grammatica. I TEST DI GRAMMATICA.
E NEMMENO L'ANALISI GRAMMATICALE DI
FRASI NORMALI, DI UNA POESIA.
UNA POESIA.
AVETE PRESENTE “Ri...ricorda...i
tempi della tua vita...n-normale,
quando...quando...quando...quando...” vabbé ci siamo capiti. Fate
prima a cercare su Google “A Silvia”. Crome ne sa più di me.
“DAVIDE, CHIUDI LA BOCCA. ECCO IL
COMPITO” probabilmente non si era reso conto che Davide mancava..o
forse il suo compito gli cadde dalle mani. Io vi giuro che non avevo
mai visto così tanto rosso in un solo foglio. Era sangue, io ne sono
certa. Sangue di Davide che non aveva fatto il commento del testo di
antologia. Ne sono certa, me lo conferma il suo ghigno stampato sul
suo viso da bad boy.
Ho paura, non sono e non SIAMO al
sicuro in classe.
Gioacchino ci può rigirare da un
momento all'altro, peggio di un calzino.
Distribuì le verifiche. La
disperazione nei nostri sguardi era molto più grande della
tranquillità di qualche attimo prima.
Sara Di Fabio
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