Eraldo Affinati, Massimo Cacciapuoti, Federica Bosco
All'inizio dell'anno scolastico
la Professoressa Saviana Colazza dell'Istituto Comprensivo Ardea 2 ha inviato
quasi per gioco, una e-mail a diversi
scrittori chiedendo loro di partecipare a degli incontri con gli alunni della
scuola. Inaspettatamente, quello che
sembrava un gioco, si è trasformato poi
in realtà: la sera stessa tre di loro hanno accettato entusiasti di partecipare
a tali incontri! L'obiettivo era in primo luogo avvicinare noi studenti a
quello che appare ai nostri occhi un
mondo oscuro: la scrittura!
Così ci siamo preparati al
primo incontro leggendo il libro “L'elogio del ripetente” di Eraldo Affinati.
Finalmente lunedì 11 dicembre
si é tenuto il primo incontro con lo scrittore a teatro: erano presenti tutte
le seconde e le terze della scuola media!
Eraldo Affinati si è subito
dimostrato una persona affabile e gentile, ha messo tutti noi a nostro agio e
ha iniziato a raccontarci alcuni episodi importanti della sua vita da bambino e
da adulto... Il suo modo di parlare, la sua calma e il suo interesse hanno
conquistato tutti noi, alunni e professori: all'improvviso è calato il silenzio
ed è iniziata la magia della parola!
Eraldo ci ha raccontato di essere cresciuto in una
famiglia senza libri e senza parole. Ed è per questo che sin da piccolo ha
avuto fame di quelle parole che non ha mai trovato in casa propria...
C'è stato un momento molto
commovente: Affinati ci ha raccontato che sua madre, catturata dai nazisti
perché figlia di un partigiano, riuscì a
fuggire dal treno diretto verso i campi di concentramento... Se non fosse
riuscita a fuggire, lui e suo fratello
non sarebbero mai nati.
Mi ha colpito molto il fatto
che ad Eraldo piacciano gli alunni difficili.
Durante il suo racconto ci ha confidato che si è sempre domandato il
perché avesse questa predilezione per alunni problematici e la risposta che si
è dato è semplice ma essenziale:
predilige gli alunni difficili perché anche lui è stato un ragazzo
difficile. Lui, le parole, se le è dovute conquistare.
L'incontro con alcuni studenti
della Città dei ragazzi porta Affinati a conoscere le difficili condizioni in
cui vivono i ragazzi immigrati clandestinamente in Italia e comincia così ad
appassionarsi alle loro storie da cui prende vita il libro "la Città dei
ragazzi" .
Dallo scorso anno inoltre,
Affinati e sua moglie hanno aperto una
scuola gratuita per insegnare
l'italiano agli immigrati: la “Penny Wirton”.
Dopo i suoi racconti l'autore
ci ha invitati a porgergli alcune domande sul suo mestiere di scrittore o sugli
episodi raccontati durante la conversazione.
Le riflessioni nate dalle
nostre domande sono state molto interessanti. Vorrei concludere con una frase
pronunciata da Affinati che racchiude il
segreto che si cela dietro un buon professore...
Eraldo afferma che il
professore deve essere il "mazziere della gioventù": come in una
partita di poker il professore - mazziere dà le carte all'alunno... Poi sta
all'alunno giocare le sue carte : se gioca male la partita, non perde solo il
ragazzo ma anche l'insegnante, perché questo significa che ha fallito la sua
missione di educatore.
Flavio Castellani Perelli
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