venerdì 9 marzo 2018

Correva l’anno…



85 anni fa fu incendiato il Reichstag, l’episodio segnò la nascita della dittatura nazista
Era il 27 febbraio del 1933 quando in Germania venne dato alle fiamme il  parlamento di Berlino, il Reichstag. Questo avvenimento fu determinante per l’affermazione del nazismo in Germania. Una volta arrivata la polizia trovò il comunista marinus van der lubbe nascosto dietro il palazzo. Poco dopo arrivarono anche Adolf Hitler e Hermann Goring ,i quali dichiararono che ad appiccare l’incendio erano stati proprio i comunisti. Decisero innanzitutto di arrestare i capi del partito e di convincere il presidente Paul Von Hindenburg a firmare il decreto dell’incendio del Reichstag, il quale aboliva gran parte dei diritti civili forniti dalla repubblica di Weimar.
 Ancora oggi non si sa di preciso chi sia stato ad appiccare l’incendio, molti pensano che siano stati gli stessi nazisti,( dato che il tipo di incendio era stato appiccato da più punti).Forse fu una mossa strategica per abolire i diritti civili e imporre la dittatura.
A questo punto la domanda sorge spontanea. Che cos’è realmente la dittatura? Qual è la differenza?
La dittatura è una forma di stato nella quale vengono abolite le libertà fondamentali dei cittadini come la libertà di parola, di pensiero , di espressione e così via. In un governo totalitario il paese è guidato da un leader e  ai cittadini non è dato di scegliere un partito imposto dall’ alto.
Pensiamo all’Italia, all’U.R.S.S. o alla Germania di allora , dove nessuno aveva la possibilità di scegliere chi andasse al potere o di esprimere il proprio pensiero o la propria opinione. Pensiamo invece all’Europa di adesso nella quale tutti noi abbiamo la possibilità di votare liberamente e di esprimere il nostro punto di vista. In conclusione proprio per questo motivo è importante conoscere la storia , il ricordo delle dittature ci permette di fare un confronto tra passato e presente, tra i governi totalitari del passato e la democrazia di oggi,  e apprezzare ciò che siamo riusciti ad ottenere con dure lotte.
Isabella Gogorita III C
                                              


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