Una
presenza nel buio
“Buonanotte
tesoro” sussurò la madre Camilla, dopo aver dato al figlio un bacio sulla
fronte.
“Mamma,
ti prego. Non spegnere la luce” disse il figlio.
“
Luca, te l’ho già detto mille volte: non devi avere paura del buio”.
“Ma
se viene il Pagliaccio Cattivo?” disse Luca. “Lui ama il buio”
Per
un attimo Camilla rimase in silenzio.
“Non
esiste nessun Pagliaccio Cattivo” disse lei.
“Ma
Riki ha detto che esiste veramente. E che adora mangiare i bambini piccoli”
disse di nuovo Luca sempre più impaurito. Riccardo, chiamato Riki dal
fratellino, aveva 15 anni ed era uno di quei fratelli maggiori che godono nel
tormentare i fratelli minori.
“Riccardo
ti ha mentito, l’ha fatto per terrorizzarti. Te lo ripeto non esiste nessun
Pagliaccio Cattivo. Fidati di me!”
Erano
alcune notti che Luca avvertiva qualcosa di strano nella cameretta, come se
qualcuno lo stesse osservando. Ogni tanto gli pareva persino di sentire
respirare. Succedeva sempre poco dopo essere stato messo a letto dalla madre.
C’era
ancora un’altra cosa che lo terrorizzava, e che gli impediva di raccontare
tutto alla madre. Era un’altra cosa che gli aveva raccontato Riccardo sul
pagliaccio, giorni fa.
“Stammi
a sentire”, aveva detto serio, mentre Luca lo ascoltava con un po’ di timore.
“Non
devi dire a nessuno quello che ti ho detto. Questo Pagliaccio ama mangiare i
bambini piccoli come te, ma soprattutto i bambini spioni. Tienilo a mente, se
non vuoi che lui usi le tue costole come stuzzicadenti”.
“Ok”
rispose Luca con un filo di voce.
Invece
aveva finito per rivelare l’esistenza del Pagliaccio Cattivo a sua madre, anche
se lei non ci credeva. Temeva di aver sbagliato nel fare la spia, temeva di
aver dato al pagliaccio l’occasione per mostrarsi ed attaccare? Che cosa
sarebbe successo quella notte? Non lo sapeva, ma sapeva solo che avrebbe voluto
dormire con mamma e papa, ma loro non gliel’ avrebbero permesso perché ormai
era troppo grande.
Non
gli restava altro che appoggiarsi alla luce della lampada sul comodino.
“Va
bene” disse Camilla, “Per stasera ti lascio la luce accesa, ma ricordati che i
mostri non esistono. E se esistessero, non ti preoccupare perché io ti
proteggerei sempre”.
Luca
fu felicissimo che la mamma gli aveva lasciato la luce accesa, anche se solo
per una notte.
“Adesso
cerca di dormire” Camilla gli diede un altro bacio sulla fronte, poi uscì dalla
camera, cercando una punizione per il figlio maggiore.
Rimasto
solo, Luca si girò e rigirò più volte nel letto.
“Non
esiste nessun pagliaccio cattivo”. Continua a ripetersi nella mente.
“Non
esiste!”... Ma ad un certo punto...
BUM!
Sembrava
che qualcuno avesse sparato un colpo di cannone dentro la camera. Luca si
svegliò, il cuore gli batteva fortissimo.
BUM!BUM!BUM!
Luca
continuava a rimanere sotto le coperte, completamente paralizzato. La sua mente
era tutt’altro che paralizzata. Un pensiero diceva: “è lui! Hai visto Luca che
cosa hai combinato facendo la spia? Gli hai dato il momento opportuno per
uscire allo scoperto. E adesso si sta divertendo a terrorizzarti, proprio come
aveva detto Riccardo.
L’
altro pensiero replicava: “Smettila di fare lo sciocco bambino ricordati cosa
ha detto mamma: quel pagliaccio non esiste, è solo frutto della tua
immaginazione o un sogno, e quando ti sveglierai, l’unico rumore che
sentirai sarà il russare di Riki, nella camera accanto.
Ad
un certo punto il BUM!BUM! Finì e ci fu solo silenzio che fu interrotto da una
strana voce, acuta e spaventosa che diceva: “Lucaaaa...”.
Avrebbe
voluto urlare mamma, avrebbe voluto che lei si precipitasse in camera sua, che
lo abbracciasse, che lo rassicurasse che quello che stava succedendo non fosse
reale.
Luca
si decise di uscire dal letto e mettersi seduto, aprì gli occhi (che aveva
tenuto chiusi tutto il tempo) e si ritrovò faccia a faccia con il pagliaccio
cattivo. Era alto e grosso, il suo vestito era stranamente colorato, aveva un
collare di cuoio al collo, i pantaloni rossi e gli scarponcini marroni. Aveva i
capelli rosso fuoco, la faccia bianca con il naso e la bocca rossi, aveva gli
occhi rossi e dei piccoli denti molto aguzzi. Il pagliaccio contemplò Luca per
un attimo, poi con quella voce disse: “Grazie Luca”.
“Grazie?
Di cosa?” pensò Luca. E una piccola vocina dietro di lui squittì la risposta:
“Per averlo portato qui da te!”.
“No!
Tu non esisti!” disse Luca.
Il
pagliaccio ridacchiò e disse: “Staremo a vedere”.
E
con uno scatto si avventò sulle succulenti carni del bambino mentre lui non
potè far altro che lanciare un urlo mai lanciato.
DOPO
QUALCHE SECONDO
“Luca,
svegliati” lo chiamò sua madre.
“Il
pagliaccio cattivo mi ha morso” rispose.
“No
Luca, tranquillo era solo un brutto sogno!”.
Di
Alice Pagliarini I B
Grafica
a cura di Marta Liguori ed Manuel Zandoli I B
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