Fra pochi giorni ci sarà
l’ anniversario dell’ eccidio delle Fosse Ardeatine, avvenuto il 24 marzo del
1944; l’evento più violento verificatosi durante l’ occupazione tedesca a Roma.
A pochi km da noi, in alcune cave di
pozzolana presenti nei pressi di via Ardeatina 335, civili, soldati italiani, oppositori politici,
ebrei e detenuti persero la vita giustiziati con un colpo di pistola alla nuca.
Questa è la storia dell’ eccidio delle Fosse Ardeatine.
Tutto incomincia in
seguito all’ attentato di via Rasella dove delle truppe partigiane piazzano
vicino ad un cassonetto una bomba che uccide 33 uomini del regime Bozen
tedesco, uccidendo anche un partigiano e un bambino di 13 anni. La notizia
arriva ad Hitler in men che non si dica, e lui stesso ordina al generale tedesco
Helbert Kappler ( comandante dell’ SD e
della Gestapo a Roma) di uccidere 10 persone per ogni tedesco rimasto vittima
dell’attentato. Così Kappler incomincia
a catturare tutte le persone e le porta nelle Fosse Ardeatine per giustiziarli,
inoltre durante la notte dopo l’ attentato, un tedesco muore portando il numero
dei morti a 33 invece che a 32 così Kappler in fretta e furia prende altre
vittime: 15 persone e per evitare che raccontino l’ accaduto a qualcuno
giustiziano anche le 5 persone in più.
L’esecuzione avviene meno
di 24 ore dopo l’attentato e viene resa pubblica solo una volta avvenuta.
Un piccolo trafiletto su
Il Messaggero del giorno successivo riferisce al mondo che il massacro è stato
compiuto
Finita l’ orrenda
esecuzione la cava viene fatta crollare con delle mine per nascondere i corpi
delle vittime. Alcuni hanno poi raccontato che sulle pareti delle cave sono
state trovate unghie umane e che alcuni dei giustiziati non erano morti subito
perché colpiti di striscio. Si racconta che i militari tedeschi che hanno
compiuto l’esecuzione fossero ubbriachi e che per questo alcune delle vittime
sono sopravvissuti ai colpi per poi morire comunque seppelliti nella cava. Oggi
le fosse sono state trasformate in un museo-cimitero dove risiedono i corpi
delle vittime di questo disumano accaduto e in una parete della grotta si legge
una frase che dice: “Qui fummo atto di un orrendo sacrificio da questo orrendo
sacrificio nasca una patria migliore e duratura pace fra i popoli”.
In seguito all’ eccidio nacque nel 1944 l’ A.N.F.I.M.,
che si occupava di dar nome e una degna sepoltura ai caduti del massacro,
mentre nel 1973 uscì un film chiamato
Rappresaglia che oltre a descrivere molte gesta dei partigiani descriveva
anche questo tragico evento.
Per questo il 24 Marzo è importante ricordare tutte
queste vittime.
Daniele Dimino 3B
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