La fine della scuola.
Arriva quel momento in cui ti chiedi se ne sei felice o vorresti che non arrivasse mai, o almeno, che non arrivasse così presto. Perché forse non sei pront*, perché forse significherebbe chiudere un capitolo della tua vita, della tua adolescenza, molto importante per formare il tuo carattere, le tue emozioni e sensazioni, e anche per immergerti un po' nella società. Questo mio percorso scolastico è durato ben 3 anni. Detti così, sembrano molti, ma se ci pensi non sono neanche così tanti. Sono volati velocemente. Certo, non grazie alle lunghe e noiose lezioni di matematica, ma sono passati lo stesso.
Io e i miei compagni della 3D abbiamo iniziato la prima media nel lontano 2018. Ora la nostra preoccupazione più grande è l'esame che dobbiamo svolgere tra quasi due settimane. Quasi non ne ho la consapevolezza. Quasi.
Oggi abbiamo svolto l'ultima verifica dell'anno, ed è stata quella di scienze. Spero che sia andata bene per tutti i miei compagni, a proposito. Tra assemblee e ponti non avremo molti giorni per vederci. Onestamente, molto onestamente, voglio finire tutto al più presto e non rivederli, ma ora questa è la parte più egoista di me che sta parlando. Perdonatemi ragazzi. La mia parte più ragionevole invece, non sa cosa vuole, nè cosa pensa di dover pensare. Aspettate, mi è uscita un po' male. Questo anno per me è stato molto duro, e non credo di averlo passato nel migliore dei modi. Già, ma penso che un po' per tutti sia stato così, visto questo anno problematico, mooolto problematico. Siamo stati privati di tante cose, che prima della pandemia, solo a pensarci ci sembravano così superficiali e di poca importanza, visto che determinate azioni le svolgevamo quotidianamente, quasi senza accorgersi del valore che avevano. Ora anche solo andare a trovare i nonni, abbracciarsi o stringersi la mano, oppure frequentare la palestra alle sue difficoltà. Le gite scolastiche sono perdute, ormai irrecuperabili, giunti a questo punto.
Non pensavo che il mancato svolgimento di attività fisica mi mancassi così tanto. Non vi ho detto che pratico nuoto, e che la palestra che frequento, o meglio, che frequentavo, è chiusa da molto tempo, e nonostante alcune aperture si stiano facendo sentire, quella della mia piscina non è presente all'appello, almeno per adesso.
Ma ora basta, sto un po' tergiversando, e perdendo di vista l'argomento centrale di questo articolo: la fine della scuola. E lo svolgimento dell'esame. Esatto, quella cosa che i professori non mancano di ricordarci da settembre. Grazie prof! Io ho finito recentemente di mettere su PowerPoint la mia tesina, e devo dire che sono piuttosto soddisfatta. Ora mi manca solo studiarla, arghhh! Il solo pensiero che tra poco ci sarà l'esame un po' mi terrorizza, nonostante i professori ci ripetano “Non dovete preoccuparvi, state calmi e parlate”. Già, come se questo mi fosse d'aiuto. Dovrò stare circa 25 minuti chiusa in una stanza con i professori che mi hanno accompagnato in questo anno scolastico. Tutti. 18 paia di occhi, o forse più, che guarderanno ascolteranno solo me per quasi una mezz'ora di tempo. So che detta così sembra una cosa estrema, ma vi lascio immaginare la scena. Ho già detto che vado nel pallone quando parlo davanti a tante persone? Spero che quando uscirò da quella stanza, chiamata anche la mia classe, io sia ancora viva. La mia vena pessimista si fa sentire, a quanto pare.
Non so esprimere con precisione che cosa provo, ma sarà un po' strano svegliarsi la mattina sapendo che non dovrò andare a scuola, e che il prossimo settembre non sarò più con gli stessi compagni e professori della 3D. Il liceo un po' mi preoccupa. Riuscirò ad adattarmi? Mi troverò bene? L'unica cosa che posso rispondermi è “Chi lo sa…”
Non ho fatto è vissuto molte cose in questi anni, e per vari motivi, in grandi linee è stata colpa mia. Mi sono trattenuta. Mi sono nascosta tutto questo tempo. Ho tenuto dentro tutto quello che provavo, perché sono fatta così. Ho perso tante occasioni, che solo a pensarci mi viene da urlarmi contro tutte le mie colpe, tutti i miei errori. Ahimè, ormai è troppo tardi per pensarci ed avere rimpianti e rimorsi vari. Non posso rifare gli stessi errori però, è una promessa che devo a me stessa.
Questo articolo, potete prenderlo come una mia piccola pagina di diario (beh anche di più in realtà),una “piccola" pagina di diario su cui ho scritto molto, anche troppo in realtà, trattando di vari argomenti, riempiti anche dalle mie riflessioni e commenti. Avrei ancora molto da dire, ma penso che certe cose debbano restare non dette, non pronunciate. Parole che resteranno sospese nell’aria, aspettando e capendo che rimarranno lì, a tacere.
“Rimpiangere le proprie esperienze significa arrestare il proprio sviluppo. Rimpiangere le proprie esperienze significa porre una menzogna sulle labbra della propria vita. È quasi come negare l'esistenza dell'anima”.
Oscar Wilde
(di M. Isabella Lacatusu 3D)
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