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venerdì 1 giugno 2018

LE BIDELLE




TUTTE LE BIDELLE SONO IMPORTANTI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

AGATA,TIZIANA,MARILENA,CINZIA,SANTA,MARISA
CI FANNO RIDERE E ARRABBIARE
SONO GENTILI ,CURIOSE E CI SANNO AMARE
CI FANNO INCAVOLARE QUALCHE VOLTA
POI DI STRILLI HANNO LA SCORTA
DI NOI SONO FELICI QUANDO ZITTI STIAMO
MA CHIACCHERARE è LA COSA CHE PIU AMIAMO.
CI PROTEGGONO DA TUTTI E ANCHE DAGLI INSEGNANTI
E ADESSO LE PAGHEREMO ANCHE IN CONTANTI
TUTTI ESULTANO QUANDO IN BAGNO POSSIAMO ANDARE
MA QUANDO RIMANIAMO FUORI LA PORTA SI INIZIANO A INCAVOLARE.
QUALCUNA DI LORO LEGGE ,CONTROLLA E SOCIALIZZA
 OGNUNA DI LORO SI ORGANIZZA
RIBELLI E TALENTUOSE SANNO NAVIGARE
NEL MARE DI SPERANZA E BUON SENSO CHE NOI NON SAPPIAMO USARE.

VALERIO SORZI SPAMPINATO 2 E

domenica 27 maggio 2018

La casa maledetta



Il terribile incubo di Emma
Nell’1989 iniziavano a esserci diversi omicidi senza risposta (bambini spariti di casa e trovati senza vita il giorno dopo, adulti che si suicidano senza motivo, ecc.) uno di quei bambini/e scomparsi c’era una bambina di nome Emma, Emma era una bambina di 9 anni, capelli marroni e lisci, occhi marroni, e amante dell’ horror. Emma un giorno scappò di casa per vedere questa “casa maledetta” pero quando sua madre capi che era scappata di casa chiamò subito la polizia ma era troppo tardi Emma era già arrivataalla casa maledetta quando ad un tratto svenne e cadde a terra. Quando si risvegliò si trovo sdraiata in qualcosa di spigoloso e dall’ odore nauseabondo. Allora prese la torcia che aveva nello zaino e la accese, era sopra una montagna di scheletri, terrorizzata scappò nei condotti dell’ aria perché stranamente la casa era enorme e lei minuscola. Quando usci nei condotti si nascose sperando che non la trovassero e la presero, dopo essersi nutrita con un panino che aveva portato da casa, inizio il suo cammino verso la liberta, Emma nel suo cammino trovò dei “bambini” che la aiutavano ad uscire finche ad un tratto qualcosa la afferrò facendola addormentare, quando si svegliò si trovo con davanti a lei un coltello con dell’ sangue, finalmente aveva capito tutti quei scheletri erano bambini stati uccisi per poi essere mangiati, allora prima che il macellaio si girasse scappò via dalla “macelleria”.
Emma mentre correva cercò di consolarsi dicendo che era solo un incubo, cadde in un buco e si ritrovò in una gabbia, cercò di liberarsi in tutti i modi ma senza successo. All’ improvviso sbucarono i bambini che aveva incontrato dopo essere uscita dai condotti che la liberarono. Dopo aver ringraziato i bambini per averla liberata corse fino ad trovare una pistola magnum (pistola cosi detta “da cowboy”) guardò i proiettili della pistola, erano gialli come l’oro, Emma mise la pistola nell’ suo zaino e proseguì il suo cammino. Camminando nei corridoi trovò una porta, era la stanza degli ospiti, Emma pensò che non avrebbe MAI superato quella stanza ma ci provò lo stesso. Ogni volta che un mostro lo guardava era costretta a rimanere immobile. Dopo aver superato la sala ospite SORPRESA! Il “macellaio” era tornato e prima che si accorse che lei era li fuggì come un razzo verso l’uscita della sala degli ospiti. Vide una porta, quella porta era l’uscita di quella tortura, era quasi arrivata alla maniglia ma venne presa da un mostro con braccia molto lunghe, ma lei era molto furba liberandosi prese la pistola che aveva nello zaino e gli sparò un proiettile dritto in fronte che lo stese. Quando sparò venne il caos e Emma ne approfittò per fuggire, ma quando toccò la maniglia tutto diventò bianco. Emma si sveglio capendo che i mostri, la casa maledetta, il macellaio, era tutto un sogno. Da quell’ giorno non guardò più film spaventosi e altre cose horror ma questa è un’ altra storia…
(Davide Spurio IIC)



La Maledizione Del Bosco



Era una giornata tranquilla, io, insieme ai miei genitori e degli amici (Marco, Alessio,Mirko e Christian) ci eravamo fermati presso un bosco per fare un pic-nic. Uno spuntino abbastanza leggero: dei panini al salame, insalata, acqua e succhi alla frutta. Dopo aver mangiato abbiamo un po’ parlato e scherzato ma la noia ci assaliva pian piano. Un mio amico propose di giocare a nascondino come ai vecchi tempi. Tutti noi eravamo d’accordo, anche perché avevamo la possibilità di nasconderci nel bosco. Di seguito abbiamo fatto la conta per chi dovesse contare e cercare, e ovviamente con la mia sfortuna sono uscito io. La tana che avevamo stabilito era un albero facilmente riconoscibile, date le sue dimensioni. Prima che iniziassi a contare e prima che gli altri andarono a nascondersi, mia madre ci aveva avvisati di non allontanarci troppo, soprattutto perché era la prima volta che eravamo venuti in quel posto. Così mi misi a contare e gli altri iniziarono a nascondersi. Appena finii, fui indeciso da che parte andare per cercarli. Decisi di addentrarmi un po’ nel bosco, dato che secondo me sarebbe stato un luogo perfetto per nascondersi. Devo dirlo, aggirarsi da  quelle parti tutto da solo non era molto rassicurante. Poi successe qualcosa di strano, più mi addentravo, e più incominciava a infittirsi una nebbia, quando all’improvviso cominciò un temporale. Com’era possibile che era successo tutto così all’improvviso. A questo punto era meglio se fossimo tornati indietro. Così  lo urlai ad alta voce per fare in modo che i miei amici potessero sentirmi, ma nessuna risposta mi era arrivata. Iniziai un po’ a preoccuparmi, preoccuparmi di non ritrovare i miei amici e perdermi per sempre. Iniziai a chiamare mia madre per vedere se almeno lei mi sentisse, ma niente. Iniziai così a girovagare nel tentativo di ritrovare la via di ritorno. Faceva freddo, avevo brividi su tutto il corpo, avevo anche la sensazione di essere osservato. Sentivo quasi delle voci che percorrevano le mie orecchie, quasi come se la foresta volesse dirmi qualcosa, come se mi volesse dire che fossi in trappola. O almeno la mia era una sensazione .Stavo tremando dalla paura, dopotutto cosa poteva succedere in una foresta inquietante, tutto da solo e disperso? Non prometteva affatto bene, sentivo che qualcosa sarebbe accaduto da un momento all’altro. Ad un certo punto sentii uno scatto veloce, qualcuno che era passato dietro di me. Mi girai velocemente con un movimento brusco, non ero riuscito a capire chi fosse stato. Il mio respiro si faceva man mano sempre più veloce,iniziai a  indietreggiare inoltre di qualche passo finchè non sentii appoggiarmi ad una persona dietro di me. In quel momento diventai tutto pallido, mi girai lentamente dietro per vedere chi fosse…. una persona magrissima alta tre metri, con lo smoking, cravatta e senza volto era dietro di me. Tirai un urlo fortissimo e corsi via alla mia massima velocità. Pensai solo a correre, i miei pensieri non si concentrarono su nient’altro. Ero disperato, ero disperso in una cupa foresta insieme ad un mostro, senza nessuno che mi potesse aiutare. Non ero più solo. Dopo una lunga corsa mi fermai dietro un albero e presi un ramo per avere un’arma con cui difendermi. Mi accovacciai un attimo cercando di trovare un modo per scappare e sfuggire dalle grinfia di quell’orrore. Improvvisamente il cielo si fece ancora piu scuro di prima. Le foglie degli alberi iniziavano a staccarsi e cadere lentamente, inoltre si rinsecchivano al contatto con il terreno. Qualcosa era appena successo. Come se fossi passato in una zona morta del bosco, o una zona… maledetta. Era tardi ormai per pensare ad un piano per andarsene, dovevo agire prima che fosse stato troppo tardi. Appena mi alzai però notai una pagina in lontananza. Mi insospettii un attimo, quale persona avrebbe potuto fare un disegno e attaccarlo lì. Forse un ragazzo nella mia stessa situazione, magari prima di me. Decisi di portare con me quel disegno, e, camminando e andando avanti ne trovai sempre di più, ma quando trovai l’ottava iniziarono a sentirsi rumori simili a interferenze. Feci cadere all’istante la pagina e iniziai di nuovo a correre. Mentre mi guardai dietro vidi a malapena di nuovo quella strana figura. Sempre quella faccia bianca, stessi vestiti, e stessa statura. Non avevo dubbi, era di nuovo lui. Mentre correvo sentii per miracolo le voci dei miei genitori e amici che mi chiamavano. Finalmente li avvistai da lontano e urlai a squarciagola per farmi notare. Mancava pochissimo per raggiungerli, feci un ultimo sforzo….. all’ultimo sentii un tentacolo prendermi la gamba. Caddi per terra e sentii trascinarmi dietro da qualcosa. Cercai di liberarmi in ogni modo, ma non ci riuscivo. Allora decisi di fare un’ultima cosa. Con il mio ramo infilzai il tentacolo e lui mi lasciò. Riuscii così a scappare e tornare dai miei amici. Ero così felice di rincontrarli che quando mi chiesero dove ero finito in tutto quel tempo non risposi neanche. Ero finalmente uscito da quella maledetta foresta. Lontano da LUI.

Igor Milic

sabato 12 maggio 2018

Sarà veramente caduto il satellite cinese?



Da quanto è stato riportato dai telegiornali mondiali, la stazione spaziale cinese è precipitata nell’Oceano Pacifico, disintegrandosi alle ore 2:16 ora italiana.
Era da settimane che ci allarmavano in merito a questa caduta del satellite, dicendoci di chiudere le finestre e restare se si poteva a casa, per la possibile caduta di detriti sul territorio italiano: ci siamo allarmati tanto per niente? Ci nascondono qualcosa?
Non ci hanno mostrato neanche una foto della caduta, cosa molto strana e inaspettata.
La storia della stazione denominata Tiangong, ossia in cinese “palazzo celeste” finita dopo 2375 giorni in orbita, è stata seguita da telescopi e radar di almeno 12 agenzie spaziali e centri di ricerca in tutto il globo.
Per settimane questo veicolo spaziale grande come un autobus e pesante 8 tonnellate ha allarmato il mondo chiedendoci quali sarebbero stati i rischi della caduta rivelatasi successivamente un buco nell’acqua e a tutt’oggi siamo a conoscenza del punto preciso dell’impatto avvenuto nella vastità dell’Oceano Pacifico.Inevitabile la pioggia di commenti ironici sui social network, soprattutto per l’attenzione riportata dai media e dalle istituzioni sull’evento, verificatosi successivamente ben lontano dall’Italia
Scherzi a parte, Il rientro della stazione cinese ha coinvolto un elevato numero di paesi; la domanda che ci domandiamo spontaneamente è, ci siamo allarmati per niente, o ci nascondono dei dettagli essenziali?


venerdì 11 maggio 2018

Come superare l’ansia


30  GIORNI PRIMA DELL’ESAME
Gli esami si avvicinano



I 30 giorni prima dell’esame sono i giorni che, almeno secondo me, ti distruggono dall’ansia pre-esami. Sono i giorni dove cominci a studiare molto per l’esame finale che come si dice è molto impegnativo. Però questi giorni hanno anche una positività e un'altra negatività: la positività è quella di sapere che finiti gli esami hai 2 mesi di pura estate e felicità e anche la festa di fine anno dove puoi ritrovarti per l’ultima volta con i tuoi compagni e ballare con chi vuoi tu. La cosa negativa è che dopo gli esami non vedrai più i tuoi compagni di classe con cui hai condiviso la tua merenda le risate con i professori e le pazzie fatte tutti insieme, ma la cosa da non scordare assolutamente sono le litigate tra di noi che duravano molto,ma poco dopo risolvevamo subito. Insomma sono i giorni più brutti ma i più belli contemporaneamente perché ti godi gli ultimi giorni con le persone a cui vuoi più bene e a cui sei più legato, non dobbiamo pensare al futuro pensiamo al presente che poi dopo il futuro diventerà presente. Gli esami sono si stressanti però se vai con la giusta armonia e decisione andrà tutto bene, ma soprattutto andare preparati. Quindi godiamoci gli ultimi giorni con i nostri amici che poi quei giorni non saranno più gli stessi.

MARCO D’AMICO  IIIE

domenica 1 aprile 2018

IL BULLISMO



Il bullismo è usato su persone deboli o con qualche problema, come ad esempio avere qualche chilo in più.
I bulli,sono deboli e per farsi notare prendono in giro o picchiano una vittima qualunque.
Mia cugina è stata vittima di bullismo all’età di 12 anni, è stata presa in giro e picchiata da bulli, ogni giorno tornava a casa con lividi e lei per non fare scoprire niente diceva di essere caduta.
I bulli anche se sembrano cattivi e forti, in realtà adottano solo una maschera perché tutti coloro che prendono in giro,ragazzi o bambini non sono forti ma deboli!!
Esistono varie forme di bullismo come ad esempio il verbale,in cui si prende in giro soltanto parlando e poi c’è il fisico, in cui le vittime vengono picchiate.
Le vittime di bullismo si sentono deboli, io non capisco perché non dicono tutto ai genitori, ma essendo stata anche io bullizata verbalmente, mi rendo conto che è difficile dire tutto,anche se un giorno ho detto tutto.
Sono stata presa in giro per l’altezza, dicevano che ero troppo bassa, sinceramente me ne sono fregata, ma è difficile fare finta di niente mentre alle spalle ci sono persone che ridono di te.
Essere presi in giro o essere menati mi rendo conto che è brutto.
Alcuni suicidi sono causati anche dal bullismo, le vittime sono stanche di essere bullizzate e così desiderano smettere di vivere.

Sono stata vicina anche ad una mia amica che ogni giorno veniva umiliata e voleva suicidarsi,le sono stata vicino vari mesi,convincendola di dire tutto ai genitori e alla fine l’ho convinta,e così i genitori hanno preso provvedimenti.
Non si dovrebbe ridere, ma stare accanto alle vittime e aiutarle.
STOP AL BULLISMO!!!

AURORA SCACCHETTI
IIF


venerdì 30 marzo 2018

OFFRITE IL VOSTRO CUORE


     

OFFRITE IL VOSTRO CUORE
ATTACK ON TITAN
COMBATTETE PER L’UMANITA’

Attack on Titan, tradotto in “L’Attacco Dei Giganti”, è una serie animata giapponese, disegnata ed animata da Hajime Isayama.
Attack on Titan è ambientato nel 1800 e racconta l’avventura di giovani ragazzi che combattono contro i Giganti, creature dalle sembianze umane alte dai 5 ai 15 metri.

Questi Giganti si trovavano in tutto il mondo, e per difendere la piccola percentuale di popolazione sopravvissuta vennero costruite 3 mura che difendevano la gente.
Il muro più esterno si chiama Wall Maria, distrutto e conquistato dai Giganti, quello interno era il Wall Rose, dove vivono i protagonisti, e il più interno era il Wall Sina.
I protagonisti sono Eren Jeager, Mikasa Ackermann e Armin Arlert.

Quando il Gigante Colossale (alto 60 metri) e il Gigante Corazzato (alto 15 metri) attaccarono il Wall Rose i Giganti entrarono nelle mura e cominciarono a divorare le persone, una delle persone divorate era la madre di Eren.
Da quel momento il ragazzo giurò di uccidere tutti i Giganti dal primo all’ultimo arruolandosi nei soldati del 104° corpo cadetti, per imparare le varie tattiche e così  uccidere i Giganti.
Dopo 5 anni il ragazzo, insieme agli altri 2 protagonisti, riuscì ad arruolarsi nel 104° corpo cadetti ed iniziò il suo addestramento.
Alla fine del periodo di addestramento i 10 migliori del corso avrebbero potuto scegliere a quale corpo arruolarsi, scegliendo tra il Corpo Di Ricerca, addetto a perlustrare le mura esterne conquistate dai Giganti, il Corpo Di Gendarmeria, addetto a rifornire l’equipaggiamento dei soldati, e il Corpo Di Guarnigione, addetto a difendere e rinforzare le Mura.
I protagonisti, senza indugiare, scelsero il Corpo Di Ricerca e conobbero i capitani Levi, Erwin e Hanjie.
Poi però quando i Giganti riuscirono a rientrare nelle mura Eren venne mangiato da un Gigante salvando Armin, ma poi si scopre che si è salvato trasformandosi in Gigante.
Il capitano Levi decise di prendersi la responsabilità di tenere d’occhio Eren, perché veniva considerato una minaccia per l’umanità e durante una spedizione al di fuori delle mura il ragazzo riesce a capire come controllare il suo potere da Gigante.
Nella seconda stagione poi si scopre che ci sono altri cadetti del Corpo Di Ricerca che hanno lo stesso potere di Eren, e sono Reiner Braun, Berthold Hoover e Ymir Fritz, che sono rispettivamente il Gigante Corazzato, il Gigante Colossale e Ymir è un semplice Gigante Anomalo.
Devo dire che questa serie mi è piaciuta molto e la consiglierei soprattutto ai ragazzi, magari non ai più piccoli perché ci sono scene molto violente, si vede molto sangue e si sentono anche molte parolacce.
Del resto posso dire solo che Hajime Isayama ha fatto un ottimo lavoro e “Shinzou Wo Sasageyo”, combatte col vostro Cuore.

FEDELI NOEMI IIF


lunedì 26 marzo 2018

24 Marzo: ricordiamo le vittime delle Fosse Ardeatine



Fra pochi giorni ci sarà l’ anniversario dell’ eccidio delle Fosse Ardeatine, avvenuto il 24 marzo del 1944; l’evento più violento verificatosi durante l’ occupazione tedesca a Roma. A pochi km da noi, in alcune  cave di pozzolana presenti nei pressi di via Ardeatina 335,  civili, soldati italiani, oppositori politici, ebrei e detenuti persero la vita giustiziati con un colpo di pistola alla nuca. Questa è la storia dell’ eccidio delle Fosse Ardeatine.
Tutto incomincia in seguito all’ attentato di via Rasella dove delle truppe partigiane piazzano vicino ad un cassonetto una bomba che uccide 33 uomini del regime Bozen tedesco, uccidendo anche un partigiano e un bambino di 13 anni. La notizia arriva ad Hitler in men che non si dica,  e lui stesso ordina al generale tedesco Helbert  Kappler ( comandante dell’ SD e della Gestapo a Roma) di uccidere 10 persone per ogni tedesco rimasto vittima dell’attentato.  Così Kappler incomincia a catturare tutte le persone e le porta nelle Fosse Ardeatine per giustiziarli, inoltre durante la notte dopo l’ attentato, un tedesco muore portando il numero dei morti a 33 invece che a 32 così Kappler in fretta e furia prende altre vittime: 15 persone e per evitare che raccontino l’ accaduto a qualcuno giustiziano anche le 5 persone in più.
L’esecuzione avviene meno di 24 ore dopo l’attentato e viene resa pubblica solo una volta avvenuta.
Un piccolo trafiletto su Il Messaggero del giorno successivo riferisce al mondo che il massacro è stato compiuto
Finita l’ orrenda esecuzione la cava viene fatta crollare con delle mine per nascondere i corpi delle vittime. Alcuni hanno poi raccontato che sulle pareti delle cave sono state trovate unghie umane e che alcuni dei giustiziati non erano morti subito perché colpiti di striscio. Si racconta che i militari tedeschi che hanno compiuto l’esecuzione fossero ubbriachi e che per questo alcune delle vittime sono sopravvissuti ai colpi per poi morire comunque seppelliti nella cava. Oggi le fosse sono state trasformate in un museo-cimitero dove risiedono i corpi delle vittime di questo disumano accaduto e in una parete della grotta si legge una frase che dice: “Qui fummo atto di un orrendo sacrificio da questo orrendo sacrificio nasca una patria migliore e duratura pace fra i popoli”.
In seguito all’ eccidio nacque nel 1944 l’ A.N.F.I.M., che si occupava di dar nome e una degna sepoltura ai caduti del massacro, mentre nel 1973 uscì un film chiamato Rappresaglia che oltre a descrivere molte gesta dei partigiani descriveva anche questo tragico evento.
Per questo il 24 Marzo è importante ricordare tutte queste vittime.
Daniele Dimino 3B

mercoledì 21 marzo 2018

La musica: parte della nostra vita



Quando siamo presi dal furore molte volte ci piace ascoltare la musica per contenere la rabbia e pensare alle emozioni che il testo ci trasmette Molte volte ci piace immaginare di cantare o ballare nella nostra mente ,i sentimenti variano a base del testo che ascoltiamo come …… Il rap ,prendiamo in esempio Eminem, un rapper inglese . La musica rap rende forti e sicuri ….. Il pop , Francesca Michielin, una giovane cantante pop ,crea molte canzoni come Vulcano dove esprime il suo divertimento e sfogo. Ecco come il pop riesce ha contenere il nostro sfogo. Infatti oggi cerchiamo nella musica un mondo impossibile e irrealizzabile per sottrarci dai dolori, dalle sofferenze, dai problemi, dalle difficoltà e dalle fatiche di ogni giorno. E’ ormai risaputo che noi adolescenti preferiamo scegliere la via più breve e più semplice; così ci rifugiamo nel mondo della musica che ci offre un riparo immaginario e intoccabile; ma non vogliamo viverla fino in fondo: ci piace sapere che è sempre disposta ad accoglierci, lei il mondo migliore che tutti desideriamo, quando siamo oppressi dalla società contemporanea ipocrita, falsa e fondata sul consumismo. Quindi noi non viviamo la musica ma la abitiamo soltanto perché ci entriamo senza conoscere l’ambiente e tutto ciò che lo circonda e ne usciamo quando ci fa più comodo, usufruendo di essa solo come un passatempo. Infatti, molte volte, mentre ascoltiamo la musica, pensiamo ad altro o facciamo altre cose, sogniamo ad occhi aperti e ci facciamo cullare dalla sua melodia senza prestare attenzione, senza cercare di capire, di assaporare e gustare ciò che veramente vuol trasmetterci. 

Valerio Sorzi Spampinato, Loredana di Fiore 2 E

venerdì 16 marzo 2018

L’isola deserta


                                                           
Ero il capitano di una barca a vela ed io e i miei compagni navigavamo in un mare molto profondo. Era ormai sera e l’acqua iniziò ad agitarsi sempre di più fino a quando avvistammo un vortice, così approdammo su un’isola deserta. Era spaziosa e piena di alberi di noci di cocco, banani e altri alberi di frutta tropicale: sembrava un’isola tranquilla. Ci allontanammo dalla riva e arrivammo al centro dell’isola dove trovammo una grotta. Appena entrati  vi era un tappeto di paglia ed oggetti di legno. Per la notte ci accampammo lì. Il giorno seguente l’alta marea era passata. Usciti dalla grotta trovammo alberi a terra, pozze d’acqua profonde e sassi enormi scaraventati dalle onde. Ad un tratto un albero lungo metri e metri cadde e schiacciò tutti i miei compagni, così rimasi da sola. Cercai di farmi spazio tra le pietre e tra i cespugli, e trovai noci di cocco e altri frutti tropicali , così li mangiai. Arrivata a riva la mia barca era sparita, anche se l’avevo fissata ad uno scoglio. Mi ritrovai intrappolata su quell’isola. Iniziai così a mettere in ordine  ciò che era successo: usai il legno degli alberi per costruire la mia casa e lo tagliai con un’ascia costruita con della roccia scalfita. Iniziai a prepararmi le scorte di cibo e iniziai a vivere la mia vita su quell’isola…
                                                                                                          Irene Gigli e Alessandro Crea 1C.

giovedì 15 marzo 2018

LE COSE CATTIVE DEL MONDO




LE COSE CATTIVE DEL MONDO
IL MONDO
LA MALVAGITA’ DELL’UOMO
Il mondo. Questa semplice parola può far ragionare molto. Se oggi si pensa al mondo sicuramente non si ha un ottimo pensiero. Infatti oggi nel mondo, ci sono malattie che causano la morte,ma anche le guerre, la violenza e la droga mietono sempre più vittime.
TUTTE COSE ORRENDE!
Analizziamole.
Le malattie  si possono avere sin dalla nascita oppure attraverso l’inquinamento,infezioni virali e gas nocivi. Molte malattie sono incurabili e ancora oggi i medici stanno cercando le cure per risolvere questi casi difficili.
Le guerre, invece, dimostrano la malvagità dell’uomo. Tutti quanti vogliono governare il mondo ma nessuno ci riesce. Queste cose causano tra i popolI,MALVAGITA’.  
La violenza, si sta sviluppando in  questi ultimi anni, con femminicidi e stupri,ma anche con bullismo e violenza sui più deboli.
L’ultima cosa riguarda il fumo e la droga che si manifestano nei ragazzi senza una vita, che si vogliono far del male da soli.
Insomma, questo è il mondo.
AIUTIAMOCI A CAMBIARLO!
GRAZIE

SAMUELE STIGLIANO IIF

lunedì 12 marzo 2018

UN FINALE DIVERSO



Oggi 02/03/18 noi ragazzi della 2° E, Giulio Leanza ed Elisa Trasatti, vogliamo riportare, qui sul blog della scuola, la nostra versione alternativa del finale della novella del Decameron intitolata “Federigo Degli Alberighi”.
Per chi non conoscesse questa novella, vi racconteremo in breve la sua trama:
Federigo Degli Alberighi era un uomo nobile che, per amore mai ricambiato, nei confronti di Giovanna, spese tutti i suoi soldi cadendo in rovina. Alla morte del figlio, Giovanna capì che Federigo teneva veramente a lei, dato che aveva addirittura ucciso il suo falcone per offrigli qualcosa da mangiare nonostante fosse tutto ciò che gli rimanesse. Così decise di sposarlo.
Noi abbiamo deciso di cambiare questo lieto fine rendendolo un po’ meno allegro.
Il finale in questione è questo, speriamo vi piaccia:
…Dopo la morte del figlio, Giovanna, cadde in depressione e cercò di distrarsi spendendo tutti i suoi soldi in vestiti, oggetti di svago, ma soprattutto in cibo. Per questo motivo ingrassò molto, e cadde in rovina. Federigo cercò di consolarla, ma dato il suo nuovo aspetto fisico, iniziò a non provare più gli stessi sentimenti che provava un tempo. Decise così di allontanarsi da Giovanna lasciandola sola ed ,egoisticamente, si sposò con una donna molto più bella e ricca.

Giulio Leanza & Elisa Trasatti IIE
Perché abbiamo scritto questo finale?
Abbiamo scritto questo finale in seguito all’assegnazione di un esercizio da parte della nostra insegnante di italiano, Prof.ssa Saviana Colazza, e abbiamo cercato di essere originali e soprattutto realisti.
Al giorno d’oggi infatti, spesso, si viene giudicati solo in base al proprio aspetto fisico e per ciò che si possiede.
Con questo finale quindi abbiamo voluto denunciare ciò che succede in modo ricorrente ai giorni d’oggi, ma noi in realtà siamo assolutamente contrari perché ci sembra ingiusto e superficiale giudicare una persona solo per come è esteticamente.
MORALE:
NON SIATE COME FEDERIGO! AMATE UNA PERSONA PER CIO’ CHE E’ DENTRO.

Giulio Leanza & Elisa Trasatti IIE
                                                                                                                   


LA MODA DEI GIOVANI




La moda nella società attuale
La moda, è la tendenza dell’ uomo ad appartenere  ad un gruppo sociale e nel mondo odierno, in particolare sulle nuove generazioni, ha sempre più influenza. 
Chi per un motivo e chi per un altro la segue.
La nascita della moda ha 3 fasi importanti:
-la curiosità e la conseguente voglia di sperimentarsi
-il desiderio della ricerca dell’autostima
-emulazione
Gli adolescenti, infatti, spesso  tendono  ad omologarsi alla massa per paura di venir derisi e definiti ''sfigati'';tutti provano a seguirla, perché essendo in fase di crescita devono ancora cercare il proprio “io” e l’ autostima.  A noi giovani piace farci condizionare dal mondo degli adulti e preferiamo dar vita ad una moda soltanto nostra. Nella nostra scuola basta guardarci intorno per vedere quanto sia influente la moda di oggi :
-il parka verde;                                                                                                                                                                                
-il chiodo in pelle nero;
-le scarpe da ginnastica più influenti : le Adidas e le Nike;
-gli anfibi della Dr. Martens  neri;                                                                                  
-le camicie a quadri;
- i jeans strappati e di svariati colori;
E consigliamo le fasce per capelli che ormai stanno diventando di tendenza.
Oggi la moda è basata sul casual cioè sull’ improvvisazione, sull’ invenzione creativa che rifiuta regole e condizionamenti.
Spesso ci domandiamo se davvero la moda ha una così elevata influenza su questa società odierna. 
è davvero così? E cosa spinge i giovani a seguirla? La risposta va cercata nelle loro debolezze: la paura di essere esclusi ma anche per un fatto di bassa autostima di se stessi . Pensano di non essere abbastanza, di non riuscire a integrarsi in un gruppo se non seguono la moda del momento rinunciando ad una propria personalità. Però a nostro  parere tutti dovrebbero cercare di avere un proprio stile.
Crediamo che ormai sia più facile adattarsi ad ogni situazione facendo emergere una propria personalità.

Elisa Pisciottani e Marika De Riggi  2 A

domenica 11 marzo 2018

Coppia di anziani trovati morti in casa, duplice omicidio.





Hanno ucciso  due anziani, marito e moglie in casa, sono stati trovati morti a Treviso nel giardino della casa delle vittime.
Gli agenti dichiarano che sono stati uccisi a colpi di spranga e pugnale.
L’abitazione non ha avuto danni dall’accaduto.
I corpi sono stati trovati dalla loro figlia che era andata a trovare i genitori, ma sorpresa non trovò i genitori in casa, ma nel loro giardino senza vita.
Gli aggressori  volevano rapinare i due anziani,  ma forse temevano che chiamassero la polizia oppure ucciderli con coltelli che avevano in cucina.
I corpi non sono ancora stati rimossi dal luogo dell’omicidio.
Adesso i carabinieri stanno cercando ulteriori prove sull’omicidio dei due anziani di cui l’ora della morte è incerta.
L’ipotesi del suicidio è stata esclusa dai carabinieri dalle impronte che ha lasciato il presunto aggressore dei due anziani.


Aloisio Alessia 1D

Slovacchia, arrestati sette italiani per l’omicidio del giornalista Kuciak.



Jan Kuciak, il giornalista slovacco, nei giorni scorsi è stato ucciso da dei cittadini italiani. La polizia ieri arrestò sette italiani che risultano colpevoli dell’omicidio.
Tre degli arrestati erano vicini all’inchiesta in cui il reporter stava lavorando, si tratta di: Antonio Vandalà un imprenditore slovacco, del fratello Bruno e del cugino Pietro Catroppa.                                                                  
Jan li aveva accusati di avere rapporti con la “ndragheta” e di gestire milioni di euro di fondi comunitari.                                                                                                        
Oggi la polizia ha fatto irruzione nella loro casa arrestando altre persone di cui la maggior parte sono della famiglia Vandalà. Le persone trovate sono : Sebastiano Vandalà, Diego Roda, Antonio Roda e Pietro Catroppa.
I Vandalà avevano una vecchia condanna di un anno e sei mesi per aver favorito alla latitanza di Domenico Ventura boss di “ndragheta” ricercato per l’omicidio.
   
Abbate Chiara 1D

sabato 10 marzo 2018

Odissea




Testo di epica classica che ancora oggi ci insegna tanto

È un testo dell'epica classica. Si pensa che sia stato scritto da Omero.
L'Odissea racconta del viaggio che Odisseo intrapreso per ritornare a Itaca, dopo essere stato per anni in battaglia.
Mentre Ulisse ritornava in patria, Atena, travestita da Mente, re dei Tafi, disse a Telemaco di cercare il padre che comunque era ancora vivo, ma esso non trovò informazioni. Nello stesso tempo la dea permise ad Ulisse di continuare ad intraprendere il suo viaggio di ritorno. Durante il viaggio venne colpito da una tempesta organizzata da Poseidone, e così approdò sulla Terra dei Feaci, dove venne accolto da Nausicaa. Ulisse raccontò ai Feaci tutte le peripezie che aveva subito durante il viaggio di ritorno. Dopo di che i Feaci accompagnarono Ulisse a Itaca. Qui non volle farsi riconoscere subito dagli abitanti, e nemmeno da Penelope, sua moglie. Lui si travestì da mendicante. Essa organizzò un concorso che le permise di aspettare Ulisse e di far perdere tempo ai Proci. Penelope disse che chi sarebbe stato in grado di tendere l'arco di Odisseo e di far passare la freccia nei dodici cerchi infuocati, sarebbe stato suo marito. Anche Ulisse partecipò a questa gara. I Proci non riuscirono a tendere l'arco ma Ulisse sì, così Penelope lo riconobbe. Una volta ritrovata Penelope, Ulisse uccise tutti i proci, e su Itaca ritornò la pace.
Questo testo dell'epica classica può essere considerato come un simbolo, racconta delle peripezie che si possono incontrare per ottenere qualcosa. Lo consiglio alle persone molto curiose.  
Scritto da Irene Gigli  I B    

Le nuovi abitudini degli italiani, il cibo etnico


Ormai tutti conosciamo il cibo etnico come: sushi, pancake, ramen, tacos, farofa, riso alla cantonese, involtini primavera, pollo al limone e molti altri. Un ibrido tra cucina giapponese e pugliese è il sushi pugliese che è l’insieme del cibo giapponese e del crudo pugliese. A tante persone piace il cibo etnico. Il sushi è un piatto tipico del Giappone che si gusta con una salsa molto saporita, cioè la salsa di soia e un pasta verde molto piccante di nome wasabi. I tacos sono composti da un crosta di mais con dentro carne e verdure , e volendo della salsa piccante. Questo piatto ha origine messicana. Ormai non esistono solo ristoranti etnici ma anche veri e propri alimentari che vendono prodotti importati dall’estero, spesso provenienti dalla Romania e dall’Europa dell’est. I primi ristoranti etnici sono stati i cinesi che propongono cibo etnico a buon prezzo mentre i ristoranti giapponesi D.o.c. sono piuttosto cari.
Almeno una volta nella vita si dovrebbero assaggiare  queste pietanze,  i cibi etnici, infatti,  fanno scoprire molti sapori nuovi e per questo sono molto amati da chi è curioso di scoprire abitudini alimentari e  tradizioni esotiche. E’ importante conoscerli ed apprezzarli perchè ci permettono di ampliare la nostra cultura in quanto anche la cucina è cultura.
Di Marta Liguori I B

venerdì 9 marzo 2018

Correva l’anno…



85 anni fa fu incendiato il Reichstag, l’episodio segnò la nascita della dittatura nazista
Era il 27 febbraio del 1933 quando in Germania venne dato alle fiamme il  parlamento di Berlino, il Reichstag. Questo avvenimento fu determinante per l’affermazione del nazismo in Germania. Una volta arrivata la polizia trovò il comunista marinus van der lubbe nascosto dietro il palazzo. Poco dopo arrivarono anche Adolf Hitler e Hermann Goring ,i quali dichiararono che ad appiccare l’incendio erano stati proprio i comunisti. Decisero innanzitutto di arrestare i capi del partito e di convincere il presidente Paul Von Hindenburg a firmare il decreto dell’incendio del Reichstag, il quale aboliva gran parte dei diritti civili forniti dalla repubblica di Weimar.
 Ancora oggi non si sa di preciso chi sia stato ad appiccare l’incendio, molti pensano che siano stati gli stessi nazisti,( dato che il tipo di incendio era stato appiccato da più punti).Forse fu una mossa strategica per abolire i diritti civili e imporre la dittatura.
A questo punto la domanda sorge spontanea. Che cos’è realmente la dittatura? Qual è la differenza?
La dittatura è una forma di stato nella quale vengono abolite le libertà fondamentali dei cittadini come la libertà di parola, di pensiero , di espressione e così via. In un governo totalitario il paese è guidato da un leader e  ai cittadini non è dato di scegliere un partito imposto dall’ alto.
Pensiamo all’Italia, all’U.R.S.S. o alla Germania di allora , dove nessuno aveva la possibilità di scegliere chi andasse al potere o di esprimere il proprio pensiero o la propria opinione. Pensiamo invece all’Europa di adesso nella quale tutti noi abbiamo la possibilità di votare liberamente e di esprimere il nostro punto di vista. In conclusione proprio per questo motivo è importante conoscere la storia , il ricordo delle dittature ci permette di fare un confronto tra passato e presente, tra i governi totalitari del passato e la democrazia di oggi,  e apprezzare ciò che siamo riusciti ad ottenere con dure lotte.
Isabella Gogorita III C
                                              


Sulla nave di Ulisse




Sono sulla nave di Ulisse, il mare è calmo, da pochi giorni abbiamo abbandonato la città di Troia lasciandoci alle spalle la guerra e con il solo desiderio di ritornare a casa per riabbracciare le nostre famiglie. Sono riuscito a sopravvivere dieci anni grazie al nostro sovrano Ulisse che con la sua furbizia e intelligenza è riuscito a salvarci tutti durante questa lunga guerra. Ora sto navigando sul mare, calmo e sereno; vedo Ulisse parlare con alcuni dei miei compagni, ed anche lui non vede l’ora di riabbracciare la sua famiglia. È ormai pomeriggio, non ancora notte, ma si vede un tramonto color arancio, giallo e un po’ di violaceo qua e là. Tutti noi navigavamo con tanta fame e la stanchezza si fa sentire man mano che passava il tempo. Ad un certo punto sento una scia di vento sfiorarmi la pelle, un soffio di vento congelante, allora girandomi di scatto, sentì dietro di noi un forte gelo, perché l’acqua faceva una patina molto sottile che sembrava ghiaccio, allora mi misi a correre verso Ulisse per avvertirlo di quello che sta accadendo: -Ulisse, dietro di noi il mare calmo diventa ghiaccio, e con la paura che potrebbe nuocere, sono venuto ad informarla di quello che potrà succedere a voi, ma soprattutto a noi, che non abbiamo la vostra forza e la vostra resistenza.- Lui mi rispose subito: -Tranquillo, non mi sembra niente di così tenebroso, forse è meglio se ora facciamo anche una pausa per mangiare e riposarci per poi riprende il viaggio con lo stomaco pieno-. Allora io con più tranquillità mi rimetto al mio posto e continuo a remare. Stiamo navigando sul Mar Mediterraneo . Ulisse decide di fare una tappa, arriviamo in Tracia, la terra dei Ciconi, dove combattiamo contro il popolo. Dopo essere ripartiti, una grossa tempesta ci scaglia, insieme alla nave, nella terra dei Lotofagi, dove noi abbiamo mangiato un’erba che ci ha fatto dimentica la patria e il nostro Re, Ulisse, ci ha aiutato a ritornare alla nave e riprendere il viaggio. Successivamente  arriviamo in Italia, nella terra dei Ciclopi, lì, all’interno di una grotta,  incontriamo Polifemo, un grande ciclope che viveva in una grotta da solo. Entriamo nella grotta e non c’è nessuno, ci sono solo tante stalle vuote però. Dopo qualche minuto Ulisse ha sentito dei rumori e subito Polifemo entra nella grotta, fa rientrare tutte le caprette e le pecorelle nelle stalle e si mette a sedere. Accorto non si era accorto di noi, ma quando si gira verso la parete più buia della sua grotta ci vede, ha un solo occhio  enorme come tutto il suo corpo, e appena ci vede inizia ad urlarci, dicendoci cose un po’ brutte e ci insulta. Alcuni dei compagni, li prende, li squarta e se li mangia. Allora Ulisse, uomo molto furbo, gli viene in mente un’idea: all’interno della grotta c’è un tronco appuntito, e pensa: “se prepariamo del vino con l’uva che si trova sulle mensole e lo facciamo ubriacare, lo si addormenterà e poi lo accecheremo con quel bastone, così fece. La mattina seguente Polifemo, anche se non ci vede più, deve portare comunque fuori il gregge, allora Ulisse ci lega tutti sotto le pecore e appena usciti torniamo sulla nave e continuiamo il nostro viaggio. Facendo questo gesto Poseidone il dio del mare e padre di Polifemo si adira e ci ostacolo il viaggio. Poi abbiamo incontrato il dio dei venti, che ha consegnato ad Ulisse un’otre che  conteneva tutti i venti contrari alla navigazione; ma giunti quasi ad Itaca alcuni uomini dell’equipaggio compreso io, abbiamo aperto l’otre e scatenato una tempesta che ci porta lontani da Itaca. A questo punto ho pensato che nemmeno io ce l’avrei fatta a sopravvivere ma stavo lottando per riuscirci e infatti fu così, infatti se fossi morto come gli altri non sarei qui a descrivere questa indimenticabile avventura con il nostro Re Ulisse e tutti i miei compagni che purtroppo non ce l’hanno fatta.

Di Alice Pagliarini I B


giovedì 8 marzo 2018

Nel gelo ucraino la Roma prova a vincere



Cronaca di un mercoledì di Champions

Formazione Shakhtar (4-2-3-1)
Pyatov; Butko,Kryvtsov,Rakitskiy,Ismaily; Stefanenko,Fred; Marlos,Taison,Bernard; Ferreyra.
Formazione Roma: (4-2-3-1)
Alisson; Kolarov, Fazio, Manolas, Florenzi; Strootman, De Rossi; Perotti,Nainggolan,Under; Dzeko.
La partita si fa  molto interessante, la Roma si rende subito pericolosa su calcio d’ angolo, prima con Dzeko e  poi con Fazio. La Roma soffre sulle fasce, Dzeko si guadagna un'altra ghiotta palla gol, però manca la porta. Al 40’ Dzeko diventa assistmen e serve davanti la porta under che la butta dentro, il portiere Pyatov non può nulla davanti alla giovane promessa calcistica. Nel secondo tempo lo Shakhtar si fa subito sotto e prova un tiro che non può impensierire il portiere giallorosso Alisson. Al 51’ c’è il pareggio dello Shakhtar  con Fagundo Ferreyra, grazie allo sbaglio incredibile di Florenzi che poi cambierà tutto il corso della partita. La Roma comincia a soffrire e arriva anche il 2-1 dello Shakhtar, quando i giallorossi concedendo una sciocca punizione al limite dell’ aria e Fred, al 70’, non perdona. Fino al novantesimo la partita resta sempre  equilibrata. All’ ultimo minuto la Roma prova un assalto ma non combina niente. Questo è l’ultimo atto della partita perche’ lo Shakhtar Donetsk vince di misura, dopo aver rimonato lo svantaggio iniziale. La squadra di Di Francesco nella gara di ritorno, che si giocherà all’Olimpico il 13-3 , cerchera di rimontare e portare a casa una storica qualificazione. Non sarà facile, ma nel calcio nulla è impossibile.

DiSamuel Proietti e Manuel Zandoli IB