domenica 27 maggio 2018

La Maledizione Del Bosco



Era una giornata tranquilla, io, insieme ai miei genitori e degli amici (Marco, Alessio,Mirko e Christian) ci eravamo fermati presso un bosco per fare un pic-nic. Uno spuntino abbastanza leggero: dei panini al salame, insalata, acqua e succhi alla frutta. Dopo aver mangiato abbiamo un po’ parlato e scherzato ma la noia ci assaliva pian piano. Un mio amico propose di giocare a nascondino come ai vecchi tempi. Tutti noi eravamo d’accordo, anche perché avevamo la possibilità di nasconderci nel bosco. Di seguito abbiamo fatto la conta per chi dovesse contare e cercare, e ovviamente con la mia sfortuna sono uscito io. La tana che avevamo stabilito era un albero facilmente riconoscibile, date le sue dimensioni. Prima che iniziassi a contare e prima che gli altri andarono a nascondersi, mia madre ci aveva avvisati di non allontanarci troppo, soprattutto perché era la prima volta che eravamo venuti in quel posto. Così mi misi a contare e gli altri iniziarono a nascondersi. Appena finii, fui indeciso da che parte andare per cercarli. Decisi di addentrarmi un po’ nel bosco, dato che secondo me sarebbe stato un luogo perfetto per nascondersi. Devo dirlo, aggirarsi da  quelle parti tutto da solo non era molto rassicurante. Poi successe qualcosa di strano, più mi addentravo, e più incominciava a infittirsi una nebbia, quando all’improvviso cominciò un temporale. Com’era possibile che era successo tutto così all’improvviso. A questo punto era meglio se fossimo tornati indietro. Così  lo urlai ad alta voce per fare in modo che i miei amici potessero sentirmi, ma nessuna risposta mi era arrivata. Iniziai un po’ a preoccuparmi, preoccuparmi di non ritrovare i miei amici e perdermi per sempre. Iniziai a chiamare mia madre per vedere se almeno lei mi sentisse, ma niente. Iniziai così a girovagare nel tentativo di ritrovare la via di ritorno. Faceva freddo, avevo brividi su tutto il corpo, avevo anche la sensazione di essere osservato. Sentivo quasi delle voci che percorrevano le mie orecchie, quasi come se la foresta volesse dirmi qualcosa, come se mi volesse dire che fossi in trappola. O almeno la mia era una sensazione .Stavo tremando dalla paura, dopotutto cosa poteva succedere in una foresta inquietante, tutto da solo e disperso? Non prometteva affatto bene, sentivo che qualcosa sarebbe accaduto da un momento all’altro. Ad un certo punto sentii uno scatto veloce, qualcuno che era passato dietro di me. Mi girai velocemente con un movimento brusco, non ero riuscito a capire chi fosse stato. Il mio respiro si faceva man mano sempre più veloce,iniziai a  indietreggiare inoltre di qualche passo finchè non sentii appoggiarmi ad una persona dietro di me. In quel momento diventai tutto pallido, mi girai lentamente dietro per vedere chi fosse…. una persona magrissima alta tre metri, con lo smoking, cravatta e senza volto era dietro di me. Tirai un urlo fortissimo e corsi via alla mia massima velocità. Pensai solo a correre, i miei pensieri non si concentrarono su nient’altro. Ero disperato, ero disperso in una cupa foresta insieme ad un mostro, senza nessuno che mi potesse aiutare. Non ero più solo. Dopo una lunga corsa mi fermai dietro un albero e presi un ramo per avere un’arma con cui difendermi. Mi accovacciai un attimo cercando di trovare un modo per scappare e sfuggire dalle grinfia di quell’orrore. Improvvisamente il cielo si fece ancora piu scuro di prima. Le foglie degli alberi iniziavano a staccarsi e cadere lentamente, inoltre si rinsecchivano al contatto con il terreno. Qualcosa era appena successo. Come se fossi passato in una zona morta del bosco, o una zona… maledetta. Era tardi ormai per pensare ad un piano per andarsene, dovevo agire prima che fosse stato troppo tardi. Appena mi alzai però notai una pagina in lontananza. Mi insospettii un attimo, quale persona avrebbe potuto fare un disegno e attaccarlo lì. Forse un ragazzo nella mia stessa situazione, magari prima di me. Decisi di portare con me quel disegno, e, camminando e andando avanti ne trovai sempre di più, ma quando trovai l’ottava iniziarono a sentirsi rumori simili a interferenze. Feci cadere all’istante la pagina e iniziai di nuovo a correre. Mentre mi guardai dietro vidi a malapena di nuovo quella strana figura. Sempre quella faccia bianca, stessi vestiti, e stessa statura. Non avevo dubbi, era di nuovo lui. Mentre correvo sentii per miracolo le voci dei miei genitori e amici che mi chiamavano. Finalmente li avvistai da lontano e urlai a squarciagola per farmi notare. Mancava pochissimo per raggiungerli, feci un ultimo sforzo….. all’ultimo sentii un tentacolo prendermi la gamba. Caddi per terra e sentii trascinarmi dietro da qualcosa. Cercai di liberarmi in ogni modo, ma non ci riuscivo. Allora decisi di fare un’ultima cosa. Con il mio ramo infilzai il tentacolo e lui mi lasciò. Riuscii così a scappare e tornare dai miei amici. Ero così felice di rincontrarli che quando mi chiesero dove ero finito in tutto quel tempo non risposi neanche. Ero finalmente uscito da quella maledetta foresta. Lontano da LUI.

Igor Milic

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