Era una giornata tranquilla, io,
insieme ai miei genitori e degli amici (Marco, Alessio,Mirko e Christian) ci
eravamo fermati presso un bosco per fare un pic-nic. Uno spuntino abbastanza
leggero: dei panini al salame, insalata, acqua e succhi alla frutta. Dopo aver
mangiato abbiamo un po’ parlato e scherzato ma la noia ci assaliva pian piano.
Un mio amico propose di giocare a nascondino come ai vecchi tempi. Tutti noi
eravamo d’accordo, anche perché avevamo la possibilità di nasconderci nel
bosco. Di seguito abbiamo fatto la conta per chi dovesse contare e cercare, e
ovviamente con la mia sfortuna sono uscito io. La tana che avevamo stabilito
era un albero facilmente riconoscibile, date le sue dimensioni. Prima che
iniziassi a contare e prima che gli altri andarono a nascondersi, mia madre ci
aveva avvisati di non allontanarci troppo, soprattutto perché era la prima
volta che eravamo venuti in quel posto. Così mi misi a contare e gli altri
iniziarono a nascondersi. Appena finii, fui indeciso da che parte andare per
cercarli. Decisi di addentrarmi un po’ nel bosco, dato che secondo me sarebbe
stato un luogo perfetto per nascondersi. Devo dirlo, aggirarsi da quelle parti tutto da solo non era molto
rassicurante. Poi successe qualcosa di strano, più mi addentravo, e più incominciava
a infittirsi una nebbia, quando all’improvviso cominciò un temporale. Com’era
possibile che era successo tutto così all’improvviso. A questo punto era meglio
se fossimo tornati indietro. Così lo
urlai ad alta voce per fare in modo che i miei amici potessero sentirmi, ma
nessuna risposta mi era arrivata. Iniziai un po’ a preoccuparmi, preoccuparmi
di non ritrovare i miei amici e perdermi per sempre. Iniziai a chiamare mia
madre per vedere se almeno lei mi sentisse, ma niente. Iniziai così a
girovagare nel tentativo di ritrovare la via di ritorno. Faceva freddo, avevo
brividi su tutto il corpo, avevo anche la sensazione di essere osservato.
Sentivo quasi delle voci che percorrevano le mie orecchie, quasi come se la
foresta volesse dirmi qualcosa, come se mi volesse dire che fossi in trappola.
O almeno la mia era una sensazione .Stavo tremando dalla paura, dopotutto cosa
poteva succedere in una foresta inquietante, tutto da solo e disperso? Non
prometteva affatto bene, sentivo che qualcosa sarebbe accaduto da un momento
all’altro. Ad un certo punto sentii uno scatto veloce, qualcuno che era passato
dietro di me. Mi girai velocemente con un movimento brusco, non ero riuscito a
capire chi fosse stato. Il mio respiro si faceva man mano sempre più
veloce,iniziai a indietreggiare inoltre
di qualche passo finchè non sentii appoggiarmi ad una persona dietro di me. In
quel momento diventai tutto pallido, mi girai lentamente dietro per vedere chi
fosse…. una persona magrissima alta tre metri, con lo smoking, cravatta e senza
volto era dietro di me. Tirai un urlo fortissimo e corsi via alla mia massima
velocità. Pensai solo a correre, i miei pensieri non si concentrarono su
nient’altro. Ero disperato, ero disperso in una cupa foresta insieme ad un
mostro, senza nessuno che mi potesse aiutare. Non ero più solo. Dopo una lunga
corsa mi fermai dietro un albero e presi un ramo per avere un’arma con cui
difendermi. Mi accovacciai un attimo cercando di trovare un modo per scappare e
sfuggire dalle grinfia di quell’orrore. Improvvisamente il cielo si fece ancora
piu scuro di prima. Le foglie degli alberi iniziavano a staccarsi e cadere
lentamente, inoltre si rinsecchivano al contatto con il terreno. Qualcosa era
appena successo. Come se fossi passato in una zona morta del bosco, o una zona…
maledetta. Era tardi ormai per pensare ad un piano per andarsene, dovevo agire
prima che fosse stato troppo tardi. Appena mi alzai però notai una pagina in
lontananza. Mi insospettii un attimo, quale persona avrebbe potuto fare un
disegno e attaccarlo lì. Forse un ragazzo nella mia stessa situazione, magari
prima di me. Decisi di portare con me quel disegno, e, camminando e andando
avanti ne trovai sempre di più, ma quando trovai l’ottava iniziarono a sentirsi
rumori simili a interferenze. Feci cadere all’istante la pagina e iniziai di
nuovo a correre. Mentre mi guardai dietro vidi a malapena di nuovo quella
strana figura. Sempre quella faccia bianca, stessi vestiti, e stessa statura.
Non avevo dubbi, era di nuovo lui. Mentre correvo sentii per miracolo le voci
dei miei genitori e amici che mi chiamavano. Finalmente li avvistai da lontano
e urlai a squarciagola per farmi notare. Mancava pochissimo per raggiungerli,
feci un ultimo sforzo….. all’ultimo sentii un tentacolo prendermi la gamba.
Caddi per terra e sentii trascinarmi dietro da qualcosa. Cercai di liberarmi in
ogni modo, ma non ci riuscivo. Allora decisi di fare un’ultima cosa. Con il mio
ramo infilzai il tentacolo e lui mi lasciò. Riuscii così a scappare e tornare
dai miei amici. Ero così felice di rincontrarli che quando mi chiesero dove ero
finito in tutto quel tempo non risposi neanche. Ero finalmente uscito da quella
maledetta foresta. Lontano da LUI.
Igor Milic
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