mercoledì 11 maggio 2016

Falsificazione d’identità su Facebook ed altri Social


Pochissimo tempo fa, è accaduto qualcosa di grave su una famosa piattaforma sociale: Facebook, un social network in grado di farci pubblicare foto e video, scrivere ciò che pensiamo, condividere contenuti, “stringere amicizie”, seguire pagine, o entrare in dei gruppi, che tu stesso puoi creare.
 Purtroppo le persone che usano al meglio la piattaforma a oggi si sono dimezzate, e le false identità si moltiplicano a vista d’occhio. Anche le pagine si sono date da fare nell’essere “illegali” e il loro unico scopo è ormai diventato ottenere like, commenti e condivisioni.
 La pagina “Link Amicizia”, è una dei tanti “fake” di Facebook: utilizza foto di bambini malati, o addirittura deceduti chiedendo ai loro “fan” di pregare per lui attraverso un mi piace o un commento. Tutto ciò è ovviamente una farsa: come si potrebbe intervenire su dei bambini con patologie gravi scrivendo una parola?
 Ma la cosa peggiore di tutto ciò è che alcune persone “modificano” identità o addirittura sesso ai bimbi decidendo tutto di testa loro e senza nemmeno chiedere l’autorizzazione ai genitori dei bambini di cui postano foto! Giustamente sono state fatte milioni di denunce alla pagina, ma senza un risultato perché la pagina è ancora aperta!
 I genitori delle povere creature sono infuriati perché è successo anche che una bimba (spacciata per un maschio tra l’altro)  ritratta in un’immagine fosse deceduta pochi anni prima! Lascio a voi immaginare l’ira dei genitori nello scoprire che “sfruttavano” i loro figli, forse anche morti, per ricevere stupide recensioni e far aumentare di visibilità la pagina...
Inoltre un inviato speciale di un’altra pagina Facebook (senz’altro onesta) si è impegnata nell’investigare sull’accaduto e contattare i proprietari di “Link Amicizia”. Questi ultimi hanno ovviamente negato il tutto e cancellato i contenuti sotto accusa. Le foto sono state eliminate, ma il ricordo no, infatti proprio per l’accaduto la pagina ha avuto un calo di seguaci e una sfilza di denunce e querele che però non sono servite a molto.
In più, la coerenza degli amministratori della pagina sembra mancare perché da quando sono stati eliminati i contenuti incriminati hanno cominciato a scrivere cose come: “ Le pagine non dovrebbero sfruttare persone per ottenere visualizzazioni, fate come noi”.  In tutto ciò sembra esserci una vena di ironia, ma quei “tizi” sembrano dire sul serio!
Ora la pagina ha modificato nome e non è più rintracciabile. Facebook sarà intervenuto e avrà fatto qualcosa? Questo non lo sappiamo, ma l’accaduto rimane comunque indimenticabile (in modo negativo).

Dalila Fabbrica, II E
                                                                                                                                                
                                                                                                                                                     



martedì 10 maggio 2016

Bhutan: quel che resta della felicità


Il Bhutan è un piccolo paese montano, schiacciato tra la Cina e l’India.
Più precisamente si trova sulla catena himalayana; la capitale è Thimphu.
Secondo le statistiche del 1960, gli abitanti del Bhutan erano 224mila e da allora la popolazione è più che raddoppiata: oggi sono circa 745mila abitanti. La scuola Drukpa ( una setta del buddismo tibetano) è la religione ufficiale; le altre religioni praticate sono: l’induismo, l’animismo e lo sciamanesimo. La lingua ufficiale è lo dzongkha, ma ci sono più di 17 dialetti e una seconda lingua ufficiale: l’inglese.
Il Bhutan non ha sbocchi sul mare ed è situato alle pendici meridionali della parte orientale della catena dell'Himalaya.
Il clima dipende principalmente dalle varie altitudini del Paese  che lo influenzano in modo decisivo.  Ma parliamo meglio di questo Regno nascosto tra i monti!
Il Bhutan è stato eletto il paese più felice al mondo perché primo nella classifica stilata in base al FIL.
La cosiddetta Felicità Interna Lorda (o FIL) è il tentativo di definire uno standard di vita tendendo presente la definizione del PIL (Prodotto Interno Lordo). E’ proprio il Bhutan un esempio di Paese che utilizza il FIL per capire la felicità della popolazione.
I criteri presi in considerazione sono la qualità dell'aria, la salute dei cittadini, l'istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali. Se, secondo il PIL, questo è un Paese povero, secondo il FIL, alcuni
anni fa, è stato considerato un Paese felice; anzi, uno dei Paesi più felici del mondo intero.
Il vero problema è un altro: quanto è vera questa affermazione? E quanto durerà questo regime pacifico? Ultimamente le notizie che arrivano dal Bhutan sono tutt'altro che rassicuranti.
Il discendente di Jigme Singye Wangchuck, Jigme Khesar Namgyel Wangchuck nel 2008, ha iniziato a promulgare  leggi discriminatorie per le minoranze etniche presenti all’interno del Bhutan. Infatti, chi non poteva dimostrare di avere entrambi i genitori che vivevano nel Bhutan dal 1958 oppure che fossero bhutanesi di origine, allora doveva lasciare il Paese entro 4 giorni. In quei quattro fatidici giorni, più di 100.000  bhutanesi con origini etniche differenti lasciarono il Paese. In seguito, fu introdotta una nuova legge che vietava al 90% dei credenti buddisti di cambiare religione. Quindi, come può essere un Paese felice, se non si può appartenere ad un’altra etnia o praticare un’altra religione?