martedì 10 maggio 2016

Bhutan: quel che resta della felicità


Il Bhutan è un piccolo paese montano, schiacciato tra la Cina e l’India.
Più precisamente si trova sulla catena himalayana; la capitale è Thimphu.
Secondo le statistiche del 1960, gli abitanti del Bhutan erano 224mila e da allora la popolazione è più che raddoppiata: oggi sono circa 745mila abitanti. La scuola Drukpa ( una setta del buddismo tibetano) è la religione ufficiale; le altre religioni praticate sono: l’induismo, l’animismo e lo sciamanesimo. La lingua ufficiale è lo dzongkha, ma ci sono più di 17 dialetti e una seconda lingua ufficiale: l’inglese.
Il Bhutan non ha sbocchi sul mare ed è situato alle pendici meridionali della parte orientale della catena dell'Himalaya.
Il clima dipende principalmente dalle varie altitudini del Paese  che lo influenzano in modo decisivo.  Ma parliamo meglio di questo Regno nascosto tra i monti!
Il Bhutan è stato eletto il paese più felice al mondo perché primo nella classifica stilata in base al FIL.
La cosiddetta Felicità Interna Lorda (o FIL) è il tentativo di definire uno standard di vita tendendo presente la definizione del PIL (Prodotto Interno Lordo). E’ proprio il Bhutan un esempio di Paese che utilizza il FIL per capire la felicità della popolazione.
I criteri presi in considerazione sono la qualità dell'aria, la salute dei cittadini, l'istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali. Se, secondo il PIL, questo è un Paese povero, secondo il FIL, alcuni
anni fa, è stato considerato un Paese felice; anzi, uno dei Paesi più felici del mondo intero.
Il vero problema è un altro: quanto è vera questa affermazione? E quanto durerà questo regime pacifico? Ultimamente le notizie che arrivano dal Bhutan sono tutt'altro che rassicuranti.
Il discendente di Jigme Singye Wangchuck, Jigme Khesar Namgyel Wangchuck nel 2008, ha iniziato a promulgare  leggi discriminatorie per le minoranze etniche presenti all’interno del Bhutan. Infatti, chi non poteva dimostrare di avere entrambi i genitori che vivevano nel Bhutan dal 1958 oppure che fossero bhutanesi di origine, allora doveva lasciare il Paese entro 4 giorni. In quei quattro fatidici giorni, più di 100.000  bhutanesi con origini etniche differenti lasciarono il Paese. In seguito, fu introdotta una nuova legge che vietava al 90% dei credenti buddisti di cambiare religione. Quindi, come può essere un Paese felice, se non si può appartenere ad un’altra etnia o praticare un’altra religione?

Un altro fattore che ha portato dei gravi squilibri nella popolazione e ha minato la felicità degli abitanti è stata l'introduzione  dal 1999  della tv in Bhutan.
Da quel momento si è registrato un incremento di brutte abitudini tra la popolazione: divorzi, uso di stupefacenti, droghe… Ma, soprattutto, la gente dedica  meno tempo a  se stessa e ne passa di più a guardare la tv. Come mai? COLPA DELLA TV!!!!!! Da quando è arrivata  nel Bhutan, la gente non pensa più a meditare ma a non perdere il proprio programma preferito.
Chissà quale sarebbe l’effetto, se al contrario venisse proibito l'uso della TV  nei  nostri Paesi?
Ultimamente, le acque del Bhutan (che in realtà non ci sono) sono state smosse da un avvenimento inaspettato: la visita di Stato degli eredi al trono  d’Inghilterra Kate e William. Tra incidenti sexy (video non presenti su internet), cure agli elefantini e tiro con l’arco, i due sovrani hanno contribuito a svelare agli occhi del mondo la presenza di questo paese sconosciuto ai più.  Sarà forse questa visita a segnare un punto di non ritorno per il paese ? C'è forse da aspettarsi, che sebbene le norme restrittive che regolano l'ingresso dei visitatori (numero chiuso), dopo di loro, frotte di turisti arriveranno da ogni parte del mondo per vedere quei luoghi solo perché diventati alla moda?
Tornerà mai  la pace nel Bhutan?

Natalia Bobrova 3B




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