lunedì 3 aprile 2023

IL CASO DI EMANUELA ORLANDI

 

IL CASO DI EMANUELA ORLANDI





Emanuela Orlandi nacque il 14 gennaio 1968, residente a Roma.

Suonava il flauto in piazza Sant'Apollinare dove prendeva lezioni e fu proprio lì che avvenne la sua sparizione.

L'ultima notizia di Emanuela venne proprio da lei che, da dentro una cabina telefonica chiamò sua sorella per dirle che dopo essere uscita dalla sua lezione di canto corale alle 19 incontrò un uomo che le offrì un lavoro di volantinaggio, che sarebbe stato retribuito con 375.000 lire. Questo lavoro era per la Avon Cosmetics da svolgersi durante una sfilata di moda che si sarebbe tenuta dopo pochi giorni; la sorella le sconsigliò di accettare la proposta e le suggerì di tornare a casa per parlarne con la madre.

Dopo la telefonata aspettò delle altre sue compagne di corso e insieme a due di esse raggiunse la fermata dell'autobus.

Emanuela non salì sull'autobus perchè a detta delle due ragazze, preferiva aspettare il successivo a causa dell'affollamento.

Dopo di ciò non si ebbero più tracce della ragazza.

Non vedendo la figlia tornare a casa , il padre Ercole Orlandi incominciò a cercarla insieme al figlio, nonché fratello di Emanuela, Pietro Orlandi. Contattarono così la preside dell'istituto della scuola di musica ma della ragazza non c'era traccia.

Il padre si recò subito dal Commissariato di polizia per denunciarne la scomparsa ma gli venne consigliato di aspettare, constatando le diverse ipotesi possibili in merito alla posizione di Emanuela in quel momento. I suoi genitori la conoscevano bene e sapevano che se avesse fatto qualsiasi movimento li avrebbe avvisati.

Due giorni dopo, venne pubblicata la scomparsa della ragazza sul giornale con la richiesta di aiuto per cercarla e i modi per contattare famiglia e polizia.

In seguito la Avon Cosmetics affermò di non essere partecipe della scomparsa di Emanuela e con l'offerta di volantinaggio in quanto assumeva solo personale femminile.

In quel periodo tre adolescenti dell'età di Emanuela vennero adescate con la stessa scusa.


CHIAMATE NON ATTENDIBILI

Il caso diventò un evento mediatico e arrivarono chiamate non attendibili sugli avvistamenti di Emanuela, altri invece dissero varie cose ma in seguito si rifiutarono di avere incontri con familiari o commissari di polizia per non essere coinvolti nella sua sparizione. 

Avanti col tempo, arrivarono sempre più chiamate che affermavano che la presunta Emanuela si faceva chiamare Barbara davanti a queste persone che contattavano i familiari, ma ad ognuno di loro , secondo ciò che venne affermato ma la macchina venne portata da un meccanico seppur priva di documenti. 




IL COINVOLGIMENTO DELLA BANDA DELLA MAGLIANA 

Dopo varie speculazioni e fonti non attendibili o senza un vero e proprio fine per la scoperta della fine di Emanuela Orlandi fu ipotizzata e infine confermato il coinvolgimento della Banda della Magliana nel caso. L’11 luglio del 2005 nel programma “Chi l’ha visto?”  arrivò una chiamata anonima in cui si diceva che per risolvere finalmente il caso della scomparsa della ragazza era necessario andare a vedere chi fosse sepolto nella basilica di Sant’Apollinare, convinti di trovare il cadavere di Emanuela Orlandi. Polizia e altre persone di ruolo coinvolte nelle indagini si recarono nella basilica stessa trovando il corpo di uno dei capi della Banda della Magliana Enrico De Pedis.


ENRICO DE PEDIS



Enrico de Pedis , detto Renatino era un mafioso italiano, boss dell’organizzazione mafiosa attiva dal 1977, fu ucciso il 2 febbraio 1990 dai suoi apparentemente oppositori , coinvolti in organizzazioni contro di lui. 

Dopo le varie ricerche da parte degli sviluppatori del programma di Rai 3,

alla redazione giunse poi una cartolina con scritto “Lasciate stare Renatino.”

Ci furono tante altre speculazioni e chiamate provenienti da pentiti facente parti della banda, sicari e coinvolti ma tutte portavano sempre alla basilica di Sant’Apollinare e alla tomba di De Pedis. 

Così , il 4  maggio 2012 fu aperta la tomba di De Pedis, ma al suo interno fu trovata solo la sua salma. Si è scavato anche più approfonditamente, ma non verranno trovate però tracce del DNA di Emanuela .


IL COINVOLGIMENTO DEL VATICANO



La pista della pedofilia. 



Secondo una pista investigativa, Emanuela Orlandi sarebbe stata attirata e uccisa in un giro di festini a sfondo sessuale in cui sarebbero stati coinvolti esponenti del clero, un gendarme vaticano e personale diplomatico di un'ambasciata straniera presso la Santa Fede. Altre indagini rinviano a una pista che conduce a Boston con coinvolgimento di preti pedofili.

Questo perché , lo stesso prete Giovanni Paolo II affermò nel 1983 a un appello dedicato alla ragazza , che era stata sequestrata. 

Questo provocò un altro scandalo mediatico e il vaticano usò la via della riservatezza per non essere maggiormente coinvolto nella pista della pedofilia di cui si era già macchiato anni fa ( e successivamente).





Ad oggi il caso di Emanuela Orlandi non è ancora risolto , ma è stato recentemente riaperto dopo la morte di Papa Ratzinger (cosa che causò ancora più sospetto per quanto riguarda il coinvolgimento del vaticano). 



Nayara Ali 3A

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