domenica 17 aprile 2016

Non si può morire così!


Luca Veriani aveva solo 23 anni quando fu torturato e ucciso da altri due ragazzi romani, Manuel Foffa e Marco Prato. E fu proprio il 6 marzo, poco dopo la mezzanotte, che il padre di Manuel convinse il figlio a confessare tutto quanto alla polizia.
Il colpevole, confessando, disse: “Iniziò tutto una sera quando io e Marco, rimasti in casa, spendemmo circa 1500 euro per comprare alcool e cocaina. Restammo senza mangiare, perché volevamo vedere quanto tempo riuscivamo a resistere.”
Cos’è accaduto?
Marco e Manuel chiamano Luca, convincendolo ad andare a casa di Manuel, dove, in cambio di rapporti omo/eterosessuali (Marco è gay e l’aveva già confessato a Manuel), i due ragazzi gli offrono droghe e 120 euro, Luca non resiste ed accetta. Manuel, che, precedentemente, si era autodefinito un “animale”, ha detto che la morte di Luca non è stata veloce e indolore bensì lenta e dolorosissima, per via di ripetute martellate sul collo e su altre parti del corpo, non escludendo l’uso di un coltello. Secondo il padre di Manuel (dichiaratosi ignaro del fatto che il figlio facesse uso di alcool e droghe) i ragazzi non sono stati mossi da un movente ma solo perché erano sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, in un’intervista Manuel ha detto che l’avevano fatto solo per sapere cosa si provasse ad uccidere una persona, noi, invece, pensiamo che sia stato un atto irresponsabile, fortemente disumano, emblematico di una società in sfacelo come quella attuale.


Tavelli Cesare e Marocco Giulia 2B

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