venerdì 2 febbraio 2018

I cinque conigli


C’era una volta un coniglio, Stefano, che girovagava per i prati di campagna, in primavera. Esso era di taglia media, bianco e nero con occhi grigi, e orecchie molto lunghe. Queste orecchie lo diversificavano dagli altri conigli, che lo prendevano in giro. Un giorno vide una coniglietta, Camilla, di colore grigio, con occhi celesti e delle zampe molto lunghe. Lui le chiese –vuoi giocare con me?- la coniglietta annuì in silenzio. Tutti e due erano legati da un difetto fisico, e così, piano piano, si iniziarono a conoscere.
Camminando per il parco, incontrarono tre conigli: il primo, Giulio, era marrone con occhi neri, il secondo, Rodolfo, era grigio con occhi verde scuro e il terzo, Macchia nera, era nero con occhi rossi ed era il capo tra i tre conigli. Tutti erano cattivi, disonesti e imbroglioni. Macchia nera disse al Stefano e Camilla –che ci fate qui? Questo parco è mio!- la coniglietta gli rispose –il parco è di tutti!-.  I tre conigli, piano piano, si avvicinarono a Stefano e Camilla minacciandoli che, se non se ne fossero andati, sarebbero finiti in un bel guaio. Essi scongiuravano i tre conigli dicendo –lasciateci andare e sarete ricompensati con una cena molto appetitosa-. I tre conigli accettarono, senza avere nessun presentimento. Il giorno dopo essi andarono al prato dove si sarebbe svolta la cena, i due conigli erano lì, davanti ad un piatto con polpette di granchio su letto di asparagi, e così tutti si sedettero.
Durante la cena i tre conigli, prima di iniziare a mangiare dissero –cosa sono queste palline sopra questi bastoncini verdi?- Stefano disse –sono asparagi e quelle palline sono polpette di granchio, come, non li conosci?- il coniglietto si stupì e Macchia nera rispose –noi non ci possiamo permettere cibi prelibati, data la nostra povertà, mangiamo solo carote andate a male e rubiamo cespi di insalata dagli orti altrui-. Stefano capì la loro situazione e gli offrì una casa in cui vivere con abbondanza di cibo. I tre conigli ringraziarono Stefano e Camilla e le chiesero scusa per ciò che avevano fatto. E tutti vissero per sempre felici e contenti.


Gigli Irene, Innocenza Di Giovanni

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