martedì 19 marzo 2019

ATTENTI A QUELLO CHE STATE PER LEGGERE!




Ciao a tutti!
Eccomi! Vi sono mancata? Ma certo che si, come potrei non mancarvi?
Ok, calmiamoci. D'altronde non si risponde ad una domanda con un'altra domanda.
Oggi volevo parlarvi di un film horror.
Io metto le mani avanti fin da subito. Questo articolo contiene scene pesanti che potrebbero urtare o infastidire la vostra psiche. Se siete particolarmente sensibili, vi consiglio di fermare qui la vostra lettura e andare a vedere i My Little Pony.
Dopo la lettura potreste avere crisi isteriche o nausea continua, mal di testa perenni, battito cardiaco lento, quasi inesistente, perdita di neuroni, o, nei peggiori dei casi, morte certa dopo qualche minuto.
Fatte le dovute premesse, direi che possiamo iniziare.
Siete ancora qui? Non tenete proprio alla vostra sanità mentale.
Potete ancora scappare.
Ops, troppo tardi. Io vi avevo avvertiti.
Era una giornata come le altre a Tor San Lorenzo. Il sole brillava come un topazio sopra la nostra amata scuola. Era particolarmente caldo, così tanto che non pareva nemmeno inverno. Insomma, potevamo tranquillamente uscire senza giacchetto. La felpa di Intelligent da 10 bastava e avanzava.
Il vento accarezzava i capelli di tutti i ragazzi raggruppati di fronte all'entrata per la Selva Oscura, a quanto pare, Dante non era dalla loro parte, probabilmente nemmeno Petrarca.
La campanella suonò e tutti entrammo. Io sono al piano terra, assieme alle prime. Noi siamo proprio all'Inferno, terze e (non tutte) le seconde sono al secondo piano, al Purgatorio, e al terzo piano, il Paradiso GUARDA TE IL CASO non c'è nessuno!
Eravamo tutti tranquilli, alcuni scatenavano la 3° Guerra Mondiale per chi doveva vincere Sanremo. Lo dico e lo ripeterò sempre: sono dalla parte di Mohamood. La canzone di Ultimo è noiosa quanto le lezioni di storia di Giampy. E ci vuole ragazzi, ci vuole! Altri parlavano della cotoletta mangiata la sera prima, ed altri si stavano beatamente facendo i cavolfiori loro.
Fu un lampo.
La porta si aprì e luci si accesero in un attimo. Flash? Charlie Charlie? Un assassino pronto a squartarci e a buttare le nostre budella nel Tevere? No.
Molto peggio.
Gioacchino, lettere.
Entrò poggiando la sua cartellina color nutella sulla cattedra. Tutti persero qualche battito.
Sfoderò il suo disumano “A SEDERE ROSARIO!” per poi poggiare con prestanza dei fogli bianchi sopra la sua borsa.
Si, state pensando bene. Erano i test di grammatica. I TEST DI GRAMMATICA.
E NEMMENO L'ANALISI GRAMMATICALE DI FRASI NORMALI, DI UNA POESIA.
UNA POESIA.
AVETE PRESENTE “Ri...ricorda...i tempi della tua vita...n-normale, quando...quando...quando...quando...” vabbé ci siamo capiti. Fate prima a cercare su Google “A Silvia”. Crome ne sa più di me.
“DAVIDE, CHIUDI LA BOCCA. ECCO IL COMPITO” probabilmente non si era reso conto che Davide mancava..o forse il suo compito gli cadde dalle mani. Io vi giuro che non avevo mai visto così tanto rosso in un solo foglio. Era sangue, io ne sono certa. Sangue di Davide che non aveva fatto il commento del testo di antologia. Ne sono certa, me lo conferma il suo ghigno stampato sul suo viso da bad boy.
Ho paura, non sono e non SIAMO al sicuro in classe.
Gioacchino ci può rigirare da un momento all'altro, peggio di un calzino.
Distribuì le verifiche. La disperazione nei nostri sguardi era molto più grande della tranquillità di qualche attimo prima.

Sara Di Fabio 

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