Robert
Scott, sposato con Kathleen con cui fece il piccolo Peter, era un uomo a dir
poco coraggioso.
Il
primo novembre 1911 partì con la sua squadra, dalla base One Ton Depot, verso
il Polo Sud che si trovava a 160
miglia .
Il 21
dicembre ancora in viaggio, si annotava tutto su un pezzo di carta,“speriamo di
farcela” e cose del genere.
Fortunatamente
il 17 gennaio arrivarono a destinazione dopo mesi interi di navigazione, Scott
appena arrivato scrisse “ eccoci al Polo, ma in circostanze ben diverse e un
freddo tremendo”, già sapeva che l’attendeva la fame, il freddo e tantissima
fatica.
Sua
moglie Kathleen stava molto in ansia per lui perché forse era proprio questo il
destino che attendeva il suo uomo, ma Scott la tranquillizzava sempre con le
sue parola rassicuranti, anche se sapeva che sarebbe rimasto intrappolato dal
quel freddo insopportabile e la fame irriducibile.
Ma non
si dava mai vinta, lui avrebbe voluto rivedere sua moglie a tutti i costi.
Una
mattina del 17 febbraio trovarono Evans ( un suo compagno di squadra) morto.
Un mese
dopo preciso ovvero il 17 marzo morì Titus Oates un signore davvero forte,
infatti il suo amico Scott scrisse “ tutti noi speriamo di avere la sua forza
per uscire da questo mondo” ma purtroppo fu rimasto senza vita.
Titus,
oramai rimasto senza forse, uscì dalla tenda e non ritornò più. La fine che si
aspettava Scott quando scrisse alla moglie “ il povero Titus è andato era in un
cattivo stato.”
Scott
insieme ai suoi compagni rimasero rinchiusi 4 giorni nella tenda a causa di una
bufera, raccontò che aveva un piede congelato e poteva solo aspettare
l’amputazione perché non si poteva fare altro e scrisse inoltre che nessun
umano potrebbe affrontare ciò che stava affrontando lui.
Ormai
stavano perdendo le speranze ma non si rassegnavano alla morte, volevano che
accadesse naturalmente.
Il 29
fu l’ultimo giorno che scrisse: “ manteniamo a ogni costo il buonumore, ma
l’ora è vicina, se qualcuno avesse sentito le nostre conversazioni allegre
sareste stati contenti”, infine scrisse alla sua donna “ alla mia vedova”.
“ non è
facile scriverti per il freddo, 70 gradi sotto zero e nessuna protezione,
tranne il rifugio della nostra tenda, abbiamo deciso di non uccidersi ma
lottare fino alla fine” Poi si rivolse
con grande amore verso la sua amata “tu sai che i miei pensieri vanno
continuamente a te. Il peggior aspetto è che non ti potrò più vedere” dopo
queste parole scrisse a Kathleen che non si doveva preoccupare, doveva risposarsi
e prendersi cura di Peter, secondo me questo è il vero amore.
Di
Martino Giada 3B
Nessun commento:
Posta un commento