domenica 25 febbraio 2018

La maschera della Morte Rossa 2.0



Ogni giorno nel castello era festa, tra balli in maschera, musica, ballerini, e tutti erano inconsapevoli di un futuro non molto lontano, una sensazione, un desiderio, un irrefrenabile istinto avrebbe preso, presto tutti loro.

Ogni giorno si organizzavano feste su feste e l’intrattenimento era tanto da esser nullo, c’era sempre meno empatia verso la festa, persino i giullari ch’erano “gli ultimi a morire” non riuscivano più ad intrattenere come prima. Tutti i don Giovanni e le dame non avevano più quel “focoso istinto”, la musica non trascinava più nessuno.

L’unico a divertirsi era il re che cercava di coinvolgere le dame nello spirito della festa ma con scarsi risultati, allora tentò di trascinare chiunque, arrivando persino a pagare gli ospiti purché fingessero di divertirsi. Finchè  al re non rimase un’ultima, insana, opzione. I fabbri erano gli unici a poter aprire i cancelli, anche se era stato in precedenza  impedito loro.  Così eseguendo gli ordini, aprirono i cancelli per fare in modo che il re potesse “reclutare” nuovi intrattenitori portando via i precedenti. La festa divenne da piatta a inesistente e la tristezza inondava il castello.
 Come un’ombra, Noia si insinuava per tutte le fessure, l’animo nel castello non poteva essere più cupo e piatto.
Passarono gli anni e il re non si fece più vedere al castello e agli ospiti fu ormai chiaro  che  era morto per colpa della pestilenza.
Quindi invece del tanto atteso ritorno del re arrivò l’era di qualcun altro, un’ombra più scura di Noia: Pazzia.
Essa avanzava lentamente ma incessantemente, un’ombra più forte, si infilava dappertutto, non poteva essere scacciata, il castello diventò un manicomio senza via di fuga. Iniziarono i primi anonimi spargimenti di sangue e omicidi ripugnanti. Gli assassini cominciarono a vestire i volti delle vittime. Venne poi organizzato un ultimo ballo per abbassare la pressione e calmare le acque, ma invano. Infatti gli assassini smascherati vennero rinchiusi nelle camere e così arrivò un’altra era: quella del Terrore.  
Terrore fu più bravo di Pazzia, si insinuò nell’animo di ognuno di loro.  Iniziarono  quindi i primi suicidi e dilagò nei loro cuori la paura di non poterne uscire vivi. Pazzia liberò i prigionieri nelle camere e questi morirono uno ad uno, i pazzi e i sani, chi per suicidio, chi per omicidio.
Si aprirno così  le porte ad una nuova e ultima ombra: era quella di Morte, arrivò solenne senza bisogno di parlare: scacciò le altre ombre e fece del castello la sua reggia.
Luca Gigli 3^B

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