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martedì 6 febbraio 2018

MASADA


Masada era un’antica fortezza, situata su una rocca a 400 m  di altitudine rispetto al Mar Morto.
I resti di Masada si trovano oggi nello stato di Israele, di fronte al Mar Morto.
Durante la guerra giudaica, nella fortezza di Masada si erano rifugiati, dopo la caduta di Gerusalemme,  gli ultimi  ribelli ai Romani. Dopo un  lungo assedio, i romani riuscirono a costruire una rampa di accesso che consentiva di arrivare sotto le mura. I soldati entrarono senza trovare resistenza, davanti ai loro occhi  trovarono i Sicarii morti (suicidio), che avevano resistito al potere di Roma. Una testimonianza dell’evento ci viene fornita da Giuseppe Flavio nella sua opera  Guerra giudaica.
“Da gran tempo noi avevamo deciso... di non riconoscere come nostri padroni, né i romani né alcun altro all’infuori di Dio… Ed ecco che ora è arrivato il momento: badiamo a non coprirci di vergogna, noi che prima non ci siamo piegati nemmeno ad una schiavitù, ci attireremo i più terribili castighi se cadremo vivi nelle mani dei romani. Siamo stati i primi a ribellarci a loro e gli ultimi a deporre le armi. Credo poi che sia una grazia concessaci da Dio questa di poter morire con onore e in libertà… Ma prima distruggiamo col fuoco sia i nostri averi che la fortezza… Risparmiamo soltanto i viveri… resteranno a testimoniare che non per fame siamo caduti… Chi vorrà vedere la propria moglie trascinata a forza e sentire la voce del proprio figlio che invoca il padre, mentre le sue mani sono strette in catene? Ma finchè questesono libere ed hanno una spada da impugnare, ci rendano un generoso favore… Da esseri liberi diamo un addio alla vita con le mogli e i figli.”
Dopo la sua presa, Masada rimase ai romani per tutta l’epoca bizantina. In questo periodo venne abitata da monaci cristiani che costruirono una basilica. Dopo l’invasione araba il luogo fu abbandonato. Poco tempo fa le reclute dell’esercito israeliano venivano condotte sul luogo per pronunciare il giuramento di fedeltà al grido di: “mai più Masada cadrà”.
IL SENTIERO DEL SERPENTE
È il sentiero che, a tutt’oggi, permette l’accesso alla fortezza.
Anticamente era molto impervio e ripido, da impedire a un soldato romano di poggiare tutti e due i piedi.
“ Lo chiamavano del serpente per la sua strettezza e per le continue curve e controcurve, il suo tracciato è un continuo aggirare le rocce sporgenti. Chi percorre questo sentiero deve poggiarsi saldamente con entrambi i piedi per evitare di cadere e perdere la vita, infatti sui due lati si aprono burroni così spaventosi da indurre a tremare anche l’uomo più ardito. Dopo un percorso di trenta stadi, la pista raggiunge la vetta che non termina con una punta, bensì con un altopiano.”
Giuseppe Flavio, Guerra giudaica
L’ASSEDIO
Masada fu l’ultimo focolaio della rivolta giudaica. Al comando del generale Flavio Silva si trasferì da Gerusalemme a Masada e tentò di conquistarla sottoponendola ad assedio. L’assedio durò alcuni mesi. Quando gli assediati persero ogni speranza di salvezza, Elazar Ben Yair pronunciò due discorsi con i quali convinse gli assediati che era meglio suicidarsi piuttosto che condurre una vita piena di vergogna ed umiliazioni sotto la schiavitù dei romani.
“…quindi, estratti a sorte dieci fra loro col compito di uccidere tutti gli altri, si distesero ciascuno accanto ai corpi della moglie e dei figli morti e, abbracciandoli, posero senza esitare la gola agli incaricati di quel triste ufficio. Costoro, dopo che li ebbero uccisi tutti senza deflettere dalla consegna, decisero di trarre a sorte uno di loro affinchè uccidesse a sua volta gli altri nove e per ultimo  sé stesso… essi erano morti nella consapevolezza di non lasciare dietro di loro nemmeno una sola vita a portare il giogo dei romani… E l’indomani salirono i romani a Masada… Quando furono di fronte alla distesa dei cadaveri, non esultarono questa volta alla vista dei loro nemici, ma provarono ammirazione per il nobile proposito e per il disprezzo della morte con cui tale moltitudine l’affrontò.”
Oggi Masada è invasa da centinaia di turisti ogni giono. La maggiorparte di loro prende la via più  facile della teleferica per arrivare fin su in cima, perdendosi la magia che scaturisce dal ripercorrere a piedi il sentiero del serpente. Quei pochi che lo percorrono, faticando non poco, possono vedere i resti degli antichi accampamenti romani che circondano Masada… Sembra di vederli, laggiù, i Romani,  preparasi per espugnare la fortezza, sembra quasi di  sentire le loro voci. Poi arrivati su, si godono lo spettacolo del Mar Morto che si estende davanti ai loro occhi… infine attraversano in silenzio, con stupore e ammirazione,  quel luogo ricco di storia, di eroi e di coraggio.


Elisa Scuderi 2B

lunedì 5 febbraio 2018

Lupus in fabula


Buon lunedì a tutti! Oggi parleremo di lupi!
La frase latina  lupus in fabula, tradotta in italiano, significa il lupo nel discorso. L'origine dell'espressione deriva dal fatto che il lupo varie volte è protagonista della favola: come ad esempio “Lupus et agnus”. Secondo alcuni intellettuali invece, l’espressione deriverebbe da una leggenda romana che diceva che se venivi visto da un lupo perdevi l’uso della parola. Questa locuzione ha lo stesso significato del proverbio italiano: Parli del diavolo, e spuntano le corna.
Buona settimana e… ATTENTI AL LUPO!

Riccardo Marocco 2B

La Fredda Morte




Robert Scott, sposato con Kathleen con cui fece il piccolo Peter, era un uomo a dir poco coraggioso.
Il primo novembre 1911 partì con la sua squadra, dalla base One Ton Depot, verso il Polo Sud che si trovava a 160 miglia.
Il 21 dicembre ancora in viaggio, si annotava tutto su un pezzo di carta,“speriamo di farcela” e cose del genere.
Fortunatamente il 17 gennaio arrivarono a destinazione dopo mesi interi di navigazione, Scott appena arrivato scrisse “ eccoci al Polo, ma in circostanze ben diverse e un freddo tremendo”, già sapeva che l’attendeva la fame, il freddo e tantissima fatica.
Sua moglie Kathleen stava molto in ansia per lui perché forse era proprio questo il destino che attendeva il suo uomo, ma Scott la tranquillizzava sempre con le sue parola rassicuranti, anche se sapeva che sarebbe rimasto intrappolato dal quel freddo insopportabile e la fame irriducibile.
Ma non si dava mai vinta, lui avrebbe voluto rivedere sua moglie a tutti i costi.
Una mattina del 17 febbraio trovarono Evans ( un suo compagno di squadra) morto.
Un mese dopo preciso ovvero il 17 marzo morì Titus Oates un signore davvero forte, infatti il suo amico Scott scrisse “ tutti noi speriamo di avere la sua forza per uscire da questo mondo” ma purtroppo fu rimasto senza vita.
Titus, oramai rimasto senza forse, uscì dalla tenda e non ritornò più. La fine che si aspettava Scott quando scrisse alla moglie “ il povero Titus è andato era in un cattivo stato.”
Scott insieme ai suoi compagni rimasero rinchiusi 4 giorni nella tenda a causa di una bufera, raccontò che aveva un piede congelato e poteva solo aspettare l’amputazione perché non si poteva fare altro e scrisse inoltre che nessun umano potrebbe affrontare ciò che stava affrontando lui.
Ormai stavano perdendo le speranze ma non si rassegnavano alla morte, volevano che accadesse naturalmente.
Il 29 fu l’ultimo giorno che scrisse: “ manteniamo a ogni costo il buonumore, ma l’ora è vicina, se qualcuno avesse sentito le nostre conversazioni allegre sareste stati contenti”, infine scrisse alla sua donna “ alla mia vedova”.
“ non è facile scriverti per il freddo, 70 gradi sotto zero e nessuna protezione, tranne il rifugio della nostra tenda, abbiamo deciso di non uccidersi ma lottare fino alla fine”   Poi si rivolse con grande amore verso la sua amata “tu sai che i miei pensieri vanno continuamente a te. Il peggior aspetto è che non ti potrò più vedere” dopo queste parole scrisse a Kathleen che non si doveva preoccupare, doveva risposarsi e prendersi cura di Peter, secondo me questo è il vero amore.


Di Martino Giada 3B

domenica 4 febbraio 2018

Harry Potter


Harry era in pericolo e lo erano anche tutti gli studenti di Hogwarts (Hogwarts era una scuola di magia), per salvarli doveva uccidere Voldemort (era quello che ha ucciso i genitori di Harry) e tutti gli orcolux. Silente (era il preside di Hogwarts) disse a Harry di andare sulla rupe dove c’era un calice e doveva fargli bere tutta l’acqua anche se non voleva e doveva prendere il medaglione  che stava dentro il calice. Quando Harry prese il  medaglione vide che non era quello originale. Silente venne ucciso da Severius (era un professore di Hogwarts)  e i mangia- morte uccisero anche lui.
Harry andò a cercare Severius, quando lo trovò lo vide a terra e li diede una lacrima e gli disse di metterla nel calice della speranza. Harry andò nell’ufficio di Silente e mise la lacrima di Severius nel calice, così vide tutta la verità (ovvero che  Silente voleva essere ucciso da Severius, che era lui che lo aiutava quando era in pericolo e che voleva che Severius prima di morire desse le lacrime a Harry). Harry andò nella camera dei segreti da solo, Ron ed Ermione lo cercarono, visto che non lo trovarono aprirono la mappa del malandrino, non lo videro da nessuna parte, e l’unica stanza che non era segnata sulla mappa era  la camera dei segreti. Alla fine però, lo trovarono. 
Insieme ad Harry videro Draco (era un alunno di Hogwart il nemico di Harry) con i suoi amici, la camera stava andando a fuoco, Ron, Ermione  ed Harry riuscirono a salvarsi mentre Draco no. Quindi Harry lì salvò. Voldemort  e Harry si diedero  un appuntamento nel bosco, Voldemort  “uccise” Harry, Hagrid (è un professore ma anche un amico di Harry) lo prese in braccio e lo portò davanti al cancello di Hogwarts. La mamma di Draco si avvicinò a Harry e gli chiese dove fosse Draco, Harry le rispose che gli stava bene nel castello, a un certo punto Harry si rialzò e Voldemort si avvicinò e Paciok  (è colui che uccise Voldemort) accoltellò il serpente e Voldemort morì.
 La scrittrice: J.K  ROWLING
Joanne  è  la scrittrice, sceneggiatrice e produttrice cinematografica britannica. Lei  è  diventata famosa grazie alla serie di romanzi di Harry Potter, con lo pseudonimo J.K Rowling, la k sta per Kathleen. Nel 2011 è stata inserita nella classifica delle donne più ricche del Regno Unito.

Elisa Buccolini e Alisya Astolfi  

1A

sabato 3 febbraio 2018

La casa vicino al bosco


Ci eravamo appena trasferiti e a me non piacque molto perché ero troppo lontana dai miei amici e poi il posto non era dei migliori: di notte tutto sembrava un unico muro nero e con il vento era pure peggio perché sembrava che tutto prendesse vita. Proprio così, ci eravamo trasferiti ai margini del bosco.
L’unica amica che abitava dall’altra parte del bosco si chiamava Serena e aveva pochi anni in più di me. Un giorno mi feci accompagnare a casa sua per passare il pomeriggio assieme a lei, giocammo un po’ dentro casa, ma poi ci venne in mente di andare a giocare nel bosco, ma senza allontanarci troppo. Dopo un po’ non trovai più Serena, mi girai ed era a pochi metri dietro di me a scavare nella terra, io avevo paura ma coraggiosamente le toccai la spalla e lei alzò la testa e mi tirò un occhiataccia malevola, io scappai nel bosco e solo dopo po’ mi accorsi che mi ero persa, corsi e dopo un po’ mi girai e non Serena non c’era più  continuai a correre e me la ritrovai avanti, lei rimase immobile ma poi mi prese e cercò di trascinarmi a se, ma non ci riuscì, in qualche modo io mi liberai e scappai verso casa e mi chiusi a chiave dentro.
Dopo pochi giorni dall’accaduto ci ritrasferimmo di nuovo in città dove c’erano poche probabilità di rincontrarla, ma dopo un mese la rincontrai di nuovo, ma lei non mi vide, nominai sotto voce il suo nome per lo spavento lei mi senti e si girò, ma con mia grande sorpresa non ricordava più nulla.



Di Daniela Savini I B


venerdì 2 febbraio 2018

Lettera a te



Tor San Lorenzo, 30 Gennaio 2018
Cara zia,
Il tempo continua a passare e tu continui a mancare.
Come te la passi lassù? Io non sto per niente bene, sai!
E’ tutto così spento senza di te, zia.
Senza il tuo sorriso non è proprio tutto apposto, a volte io vorrei davvero stare un attimo al tuo posto, mi manchi. Mi manchi da impazzire. Tu mi guardi da lassù, ho bisogno di te e delle tue parole. Non posso farcela senza di te no non ce la faccio.
Anche se cado mi rialzo anche se mi manchi continuo ad andare avanti  sei l’angelo più  bello. Sei la stella più bella sei la mia luce e sei la mia forza. Se vedrai un palloncino bianco volare ricordati di me, sai perché sai perché ho scelto proprio il bianco? Perché so che è il tuo colore preferito. Sei sempre stata il mio punto di riferimento, perché nonostante tu ti sia portata una malattia dietro per undici anni non hai mai smesso di sorridere hai sempre fatto in modo e in maniera che io stessi bene.
Avrei voluto abbracciarti per l’ultima volta dirti quanto io ti possa amare purtroppo per l’ultima volta. Grazie per aver fatto tutto il possibile per me, ti ricordi quanto mi facevi ridere quando ero giù di morale? E adesso? Chi lo farà? Chi mi farà ridere quando tutto andrà male?
Ci vediamo presto angelo mio,
sei la mia forza.
Sai a volte quando ripenso a te, capisco quanto sia crudele la vita, porta via solo le persone che non se lo meritano, le persone che hanno sempre fatto sorridere le altre, le persone buone.
 E non lo sai quanto soffro senza di te, è sempre tutto, pian piano, più buio, tutto più spento. Ci penso spesso a te, ha quei tuoi sorrisi che m’illuminavano le giornate, eri il mio arcobaleno personale, la mia felicità, la mia vita, e ti amo zia, ti amo tanto, troppo.
Ti prometto che non ti farò mai dimenticare e mai ti dimenticherò perché sei stata la migliore, ci sei sempre stata per tutti, e tutti noi ti terremmo nel cuore, perché sei preziosa, ogni tua foto, ogni tuo ricordo, ogni tua parola, ogni tuo discorso, ogni tuo guardo, tutto di te era ed è prezioso. E sì, lo ripeterò sempre, sei l’angelo più bello, il mio angelo, il mio angelo custode, il mio tutto. E mi mancherai sempre, per tutta la vita, ti ricorderò, in ogni momento delle mie giornate, perché ne facevi parte, perché le miglioravi. Terrò alta la tua figura, zia, farò di tutto per ricordare al mondo quanto eri speciale, quanto sei speciale, ricorderò a tutti che eri la forza della famiglia, e anche se senza di te è tutto più complicato, ci faremo forza, solo pere te che ci guardi da lassù, e ti farò vedere come mi hai cresciuto e come continui a farlo anche se non ci sei più.
 Sei la padrona del mio cuore e sappi che sei l’addio che non riuscirò mai a dire.
 Manchi.
Scuderi Elisa 2B



IL GHEPARDO


Il ghepardo è  uno stupendo mammifero: un animale magro con zampe sottili ma robuste.                                               
Una particolarità del ghepardo e che con i suoi occhi riesce a vedere contro luce, perché vicino agli occhi c’è del pelo nero, che assorbe la luce.
Il ghepardo ha sviluppato  un suo modo di caccia particolare perché lui essendo un animale che può raggiungere i 155 Km/h , si mimetizza e quando è abbastanza vicino si lancia sulla preda e se scappa la può rincorrere per massimo 45s prima di perdere le forze e doversi riposare 30 minuti.
Vi siete mai chiesto come si difendono i cuccioli di ghepardo?
Lui non si difende con gli artigli perché ancora ricurvi, ma con il mimetismo  della sua schiena bianca. Nei primi mesi così gli animali lo scambiano per un tasso del miele: animale temuto che è piccolo ma riesce a uccidere un cobra perché se viene avvelenato smaltisce il veleno in circa 10 minuti.

Il ghepardo è a grande pericolo di estinzione perché è cacciato per la sua  stupenda pelliccia che si vende come un abbigliamento  d’oro per il suo splendore. Per questo è  severamente vietato cacciare i ghepardi, ma c’è comunque chi lo fa di nascosto, ma se viene trovato  non la passerà liscia perché  è perseguibile  dalla legge.

Dimitropolo Lev 1 A




I cinque conigli


C’era una volta un coniglio, Stefano, che girovagava per i prati di campagna, in primavera. Esso era di taglia media, bianco e nero con occhi grigi, e orecchie molto lunghe. Queste orecchie lo diversificavano dagli altri conigli, che lo prendevano in giro. Un giorno vide una coniglietta, Camilla, di colore grigio, con occhi celesti e delle zampe molto lunghe. Lui le chiese –vuoi giocare con me?- la coniglietta annuì in silenzio. Tutti e due erano legati da un difetto fisico, e così, piano piano, si iniziarono a conoscere.
Camminando per il parco, incontrarono tre conigli: il primo, Giulio, era marrone con occhi neri, il secondo, Rodolfo, era grigio con occhi verde scuro e il terzo, Macchia nera, era nero con occhi rossi ed era il capo tra i tre conigli. Tutti erano cattivi, disonesti e imbroglioni. Macchia nera disse al Stefano e Camilla –che ci fate qui? Questo parco è mio!- la coniglietta gli rispose –il parco è di tutti!-.  I tre conigli, piano piano, si avvicinarono a Stefano e Camilla minacciandoli che, se non se ne fossero andati, sarebbero finiti in un bel guaio. Essi scongiuravano i tre conigli dicendo –lasciateci andare e sarete ricompensati con una cena molto appetitosa-. I tre conigli accettarono, senza avere nessun presentimento. Il giorno dopo essi andarono al prato dove si sarebbe svolta la cena, i due conigli erano lì, davanti ad un piatto con polpette di granchio su letto di asparagi, e così tutti si sedettero.
Durante la cena i tre conigli, prima di iniziare a mangiare dissero –cosa sono queste palline sopra questi bastoncini verdi?- Stefano disse –sono asparagi e quelle palline sono polpette di granchio, come, non li conosci?- il coniglietto si stupì e Macchia nera rispose –noi non ci possiamo permettere cibi prelibati, data la nostra povertà, mangiamo solo carote andate a male e rubiamo cespi di insalata dagli orti altrui-. Stefano capì la loro situazione e gli offrì una casa in cui vivere con abbondanza di cibo. I tre conigli ringraziarono Stefano e Camilla e le chiesero scusa per ciò che avevano fatto. E tutti vissero per sempre felici e contenti.


Gigli Irene, Innocenza Di Giovanni

giovedì 1 febbraio 2018

HAI PAURA DEI PAGLIACCI?


Una presenza nel buio
“Buonanotte tesoro” sussurò la madre Camilla, dopo aver dato al figlio un bacio sulla fronte.
“Mamma, ti prego. Non spegnere la luce” disse il figlio.
“ Luca, te l’ho già detto mille volte: non devi avere paura del buio”.
“Ma se viene il Pagliaccio Cattivo?” disse Luca. “Lui ama il buio”
Per un attimo Camilla rimase in silenzio.
“Non esiste nessun Pagliaccio Cattivo” disse lei.
“Ma Riki ha detto che esiste veramente. E che adora mangiare i bambini piccoli” disse di nuovo Luca sempre più impaurito. Riccardo, chiamato Riki dal fratellino, aveva 15 anni ed era uno di quei fratelli maggiori che godono nel tormentare i fratelli minori.
“Riccardo ti ha mentito, l’ha fatto per terrorizzarti. Te lo ripeto non esiste nessun Pagliaccio Cattivo. Fidati di me!”
Erano alcune notti che Luca avvertiva qualcosa di strano nella cameretta, come se qualcuno lo stesse osservando. Ogni tanto gli pareva persino di sentire respirare. Succedeva sempre poco dopo essere stato messo a letto dalla madre.
C’era ancora un’altra cosa che lo terrorizzava, e che gli impediva di raccontare tutto alla madre. Era un’altra cosa che gli aveva raccontato Riccardo sul pagliaccio, giorni fa.
“Stammi a sentire”, aveva detto serio, mentre Luca lo ascoltava con un po’ di timore.
“Non devi dire a nessuno quello che ti ho detto. Questo Pagliaccio ama mangiare i bambini piccoli come te, ma soprattutto i bambini spioni. Tienilo a mente, se non vuoi che lui usi le tue costole come stuzzicadenti”.
“Ok” rispose Luca con un filo di voce.
Invece aveva finito per rivelare l’esistenza del Pagliaccio Cattivo a sua madre, anche se lei non ci credeva. Temeva di aver sbagliato nel fare la spia, temeva di aver dato al pagliaccio l’occasione per mostrarsi ed attaccare? Che cosa sarebbe successo quella notte? Non lo sapeva, ma sapeva solo che avrebbe voluto dormire con mamma e papa, ma loro non gliel’ avrebbero permesso perché ormai era troppo grande.
Non gli restava altro che appoggiarsi alla luce della lampada sul comodino.
“Va bene” disse Camilla, “Per stasera ti lascio la luce accesa, ma ricordati che i mostri non esistono. E se esistessero, non ti preoccupare perché io ti proteggerei sempre”.
Luca fu felicissimo che la mamma gli aveva lasciato la luce accesa, anche se solo per una notte.
“Adesso cerca di dormire” Camilla gli diede un altro bacio sulla fronte, poi uscì dalla camera, cercando una punizione per il figlio maggiore.
Rimasto solo, Luca si girò e rigirò più volte nel letto.
“Non esiste nessun pagliaccio cattivo”. Continua a ripetersi nella mente.
“Non esiste!”... Ma ad un certo punto...
BUM!
Sembrava che qualcuno avesse sparato un colpo di cannone dentro la camera. Luca si svegliò, il cuore gli batteva fortissimo.
BUM!BUM!BUM!
Luca continuava a rimanere sotto le coperte, completamente paralizzato. La sua mente era tutt’altro che paralizzata. Un pensiero diceva: “è lui! Hai visto Luca che cosa hai combinato facendo la spia? Gli hai dato il momento opportuno per uscire allo scoperto. E adesso si sta divertendo a terrorizzarti, proprio come aveva detto Riccardo.
L’ altro pensiero replicava: “Smettila di fare lo sciocco bambino ricordati cosa ha detto mamma: quel pagliaccio non esiste, è solo frutto della tua immaginazione o un  sogno,  e quando ti sveglierai, l’unico rumore che sentirai sarà il russare di Riki, nella camera accanto.
Ad un certo punto il BUM!BUM! Finì e ci fu solo silenzio che fu interrotto da una strana voce, acuta e spaventosa che diceva: “Lucaaaa...”.
Avrebbe voluto urlare mamma, avrebbe voluto che lei si precipitasse in camera sua, che lo abbracciasse, che lo rassicurasse che quello che stava succedendo non fosse reale.
Luca si decise di uscire dal letto e mettersi seduto, aprì gli occhi (che aveva tenuto chiusi tutto il tempo) e si ritrovò faccia a faccia con il pagliaccio cattivo. Era alto e grosso, il suo vestito era stranamente colorato, aveva un collare di cuoio al collo, i pantaloni rossi e gli scarponcini marroni. Aveva i capelli rosso fuoco, la faccia bianca con il naso e la bocca rossi, aveva gli occhi rossi e dei piccoli denti molto aguzzi. Il pagliaccio contemplò Luca per un attimo, poi con quella voce disse: “Grazie Luca”.
“Grazie? Di cosa?” pensò Luca. E una piccola vocina dietro di lui squittì la risposta: “Per averlo portato qui da te!”.
“No! Tu non esisti!” disse Luca.
Il pagliaccio ridacchiò e disse: “Staremo a vedere”.
E con uno scatto si avventò sulle succulenti carni del bambino mentre lui non potè far altro che lanciare un urlo mai lanciato.
DOPO QUALCHE SECONDO
“Luca, svegliati” lo chiamò sua madre.
“Il pagliaccio cattivo mi ha morso” rispose.
“No Luca, tranquillo era solo un brutto sogno!”.


Di Alice Pagliarini I B

Grafica a cura di Marta Liguori ed Manuel Zandoli I B





Il Rap


La musica rap consiste in una successione di versi molto ritmati, incentrati su tecniche come rime baciate, assonanze-consonanze ed allitterazioni. Chi scandisce tali versi, il rapper, lo fa su una sequenza di note dette  beat e realizzate tramite il beatmaker, suonate da un DJ e fornita da un produttore o più strumentisti.  Il rap si esprime con  un linguaggio unico nel suo genere , che include parole come flow e  bro Grazie al successo del genere, negli ultimi decenni molte di queste parole sono entrate nelle case di  vari dialetti differenti in tutto il mondo.
 In questo momento il rap gioca il ruolo  che Bob Dylan aveva nel 1960, è diventato lo sfogo di una generazione, e molti brani di genere sono basati  su scritture potenti.
Il tutto iniziò in america presso i ghetti americani dove la gente era molto povera e sopravviveva a stento raggruppandosi in gang. In questi ghetti  venivano organizzate  delle feste alle quali partecipavano gli organizzatori e altre persone che passavano da quelle parti, in occasioni del genere si trovavano dei d j .
Con l andare avanti in queste feste diventavano sempre di piu e i dj che  improvvisavano piccole rime parlate a ritmo di musica. I dj che creavano  le rime più divertenti, le più studiate,le più cattive vincevano la battle.
Coloro che vincevano diventavano famosi e tanti ragazzi frequentavano le loro feste , da li iniziò il vero e proprio freestyle . Dal freestyle si andarono a creare canzoni vere e proprie. Il rap ha anche sottogeneri per esempio il drill, il trap, grime, cloud. I rapper italiani piu conosciuti e più datati sono giovanotti, fabri fibra, marracash, gue pegueno, brusco, articolo 31, jek la furia ecc. Mentre tra le nuove leve spiccano dani faiv, vegas jones, sfera ebbasta, ghali, tedua, izi, gemitaiz, madman, salmo. Il rap è molto diffuso anche tra le donne, le ragazze rapper sono niki minaj, baby k , priestess , miss eliott ecc.
In italia da variati anni si e diffuso il fenomeno del rap game si tratta di dissing (litigate tramite rap) si vince tramite la decisione di noi ascoltatori .

Di Dennis Evandri III C




lunedì 29 gennaio 2018

La Mezzanotte Spettacolare


Hey papà svegliati: è  notte fonda ormai…
Ti ricordi quando avevo dieci anni?
Una volta,  mi hai raccontato di aver assistito ad uno spettacolo del genere…
Il cielo stanotte è incantevole: guarda che luna tonda e bianca, un fuoco fatuo nell’immensa oscurità dell’ infinito. E guarda  quanti  astri che ne accompagnano il bagliore con una luce fioca ma presente.
  Guardali, i pianeti che devono ancora iniziare a vivere, chissà se uno di quelli appesi nel nostro probabile infinito sono la nonna e il nonno… Se cadranno si incontreranno formando un buco nero che risucchierà tutto ciò che gli è stato in tutti questi anni avverso.
E queste scherzose meteore che vogliono penetrare l’atmosfera, ma non ci riescono, vanno ad una velocità incredibile!
Esse cadono e che fine faranno? Potrebbero distruggersi come potrebbero diventare la nostra nuova casa.
Guarda come il lago dalle acque mosse fa sembrare  tutto contorto e quando si ferma sembra un fantastico specchio, come quello con i contorni blu nella mia cameretta. Guardai poi i palazzi, come coprono il paesaggio delle montagne per lasciare  delle fessure: i punti migliori da cui guardare.
Infine guarda questo blu: trovo tutti i colori dei miei pastelli, quelli che utilizzerò per ritrarre tutto questo, perché è veramente troppo bello papà.
 Grazie!

Luca Gigli 3B



CAMPUS DI CARNE DOCENTIBUS

                                                                               
              
Aprite le porte
Cerri ci attende
da tronco d’albero è vestito
pronto per un festino.
Ed ecco Santa pronta a fermare
mamme che la vogliono ammazzare
C’é in nostro caro  Giustiniano
al quale prude sempre il deretano
ma basta una fetta di salame Lucano
per tornare alla mano.
Ad un tratto arriva  la Rocca
che sempre si abbiocca
e quindi non apre più bocca
ma ecco la Di Tella
che è sempre la più bella
e per questo sembra una modella
e poi arriva la Colazza
che sembra una pazza
e per questo ogni bambino ammazza.
Ma non è finita perché quando entra B-Santi
butta giù tutti I santi
e  la Spilla
che appena la tocchi strilla
ma non parliamo della Vacca
che se le  chiedi qualcosa  subito sbrocca!!
Con calma arriva Marchetti
e ci divide in malefici gruppetti
e mentre noi ci scanniamo
lui pensa  che musica facciamo.
Poi c’è anche Lo Tufo
che sembra un intruso
e anche un po’ fuso
Per finire c’è la Mottini
con I suoi vestitini
che insieme a Serini stanno senza quattrini
e vanno sempre in cerca di pivellini
da fare a pezzettini.


Questa poesia è stata scritta da degli alluni della classe 2E: Alessio Sapatoru, Davide Ranceti ovviamente è a scopo di divertimento…..Noi vogliamo bene ai nostri professori.



sabato 27 gennaio 2018

BALENA ARENATA IN SARDEGNA


Un esemplare di Balenoptera physalus lunga 17 metri si è arenata a Porto Torres, sulla spiaggia di Platamona.
E’ stata rinvenuta il 17 novembre da due pescatori che cercavano il punto adatto per iniziare a pescare e appena hanno visto la carcassa della balena hanno chiamato la Capitaneria del Porto Torres.
Non si sa ancora perché si sia arenata, ma alcuni suppongono che si sia scontrata con una nave e che poi abbia perso i sensi finendo sulla spiaggia.
Questa balena, soprannominata Moby Dick, si trova ancora sulla spiaggia di Platamona, pur essendo passati due mesi ed è in avanzato stato di decomposizione.
I cittadini si sono lamentati per il disgustoso odore proveniente dalla carcassa della balena in decomposizione e il sindaco della città ha dichiarato che entro gennaio la carcassa di Moby Dick sarebbe stata portata via dalla spiaggia.

Secondo me questa balena si è arenata per colpa del nostro inquinamento
Però poi ci lamentiamo per tutto ciò che succede intorno,senza renderci conto che siamo proprio noi a causare questi avvenimenti.
Ma sarà poi anche colpa del governo?
Per me si,visto che i politici spendono molti soldi per i loro interessi, invece di usarli come bisognerebbe.
Però alcuni partiti, si stanno impegnando per rendere l’Italia un paese migliore.
Infatti qui nella nostra scuola,appena arrivato un determinato partito ad Ardea, sono stati montati allarmi e telecamere,cosa mai successa in tutti questi anni.
Possiamo dire quindi che questa balena è l’emblema di tutti i problemi italiani che vengono posticipati,aspettando che qualcun altro li risolva,con relativo scarica barile tra diversi livelli istituzionali.

ENEA DE ANGELIS  IIF
FEDELI NOEMI  IIF

CAMPUS E MAIER   IF 

venerdì 26 gennaio 2018

Ghali: appassionato per la musica


GHALI E LE SUE CANZONI
Oggi vi parlerò di un cantante famoso in tutto il mondo. Lui si chiama Ghali, ed  è molto bravo con le canzoni , insomma ci sa fare con la musica. Le ragazzette lo adorano anche per la sua bellezza. Lui è alto, magro,ha i rasta ed è anche molto gentile e dolce e quando si tratta di cantare, si impegna molto e fatica,e si fa amare dalle persone. Lui è nato lì, in Tunisia in cui ha vissuto circa 15 anni. La su famiglia diciamo che non stava bene, non avevano né da bere né da mangiare. Lui era molto appassionato di musica,e allora decise di scrivere canzoni. A 19 anni accadde una cosa, la madre e il padre decisero di fargli da manager  e lo aiutarono ad esaudire il suo sogno.
Infatti Ghali,dopo poco tempo,si accorse di essere veramente bravo e di avere un bella voce e cominciò a vincere varie gare canore.
Lui mi ha sorpreso quando incise una canzone molto bella dal nome Habibi che vuol dire Pace in tunisino. Questa canzone parla di lui e del suo mondo fantastico.

Ora Ghali è riuscito a diventare famoso in quasi tutto il mondo; Francia, Italia , India, Africa ,Indonesia, Austria ,Cina e soprattutto Tunisia.

BULLISMO & CYBERBULLISMO


Il bullismo è una forma molto violenta di esprimere le emozioni.
Viene  attuato da persone  forti a danno di persone deboli. Chi commette questo comportamento viene chiamato “Bullo, lui non agisce da solo ma con altre persone che vengono chiamate “Complici”.
Esistono due tipi di bullismo:  bullismo diretto e bullismo indiretto.
Altra forma è quella del “Cyberbullismo”.
Il bullismo diretto è quando si insulta verbalmente una persona oppure si picchia mentre il bullismo indiretto avviene quando una persona parla alle spalle di un altro.
Il cyberbullismo avviene tramite vie telefoniche, cioè social network.
Il termine bullismo indica un insieme di comportamenti verbali, fisici e psicologici.
Gli effetti del bullismo possono essere gravi e permanenti.
Il  bullismo deve essere risolta in tutte le scuole ma soprattutto questi ragazzi devono essere seguiti un po' di più dalla famiglia . Bisognerebbe dare più attenzione a loro,  proprio per evitare che queste cose accadano soprattutto su ragazzi che non hanno possibilità di difendersi.Tutti devono collaborare per combatterlo e sconfiggerlo.

Erika Campoli


mercoledì 24 gennaio 2018

Cede il soffitto, paura alla Reggia di Caserta.



Due metri di intonaco crollano nel vano della sala settecentesca delle Dame .
Il direttore del centro storico dichiara: “Non è un danno strutturale, ma è colpa di restauri fatti male.”
 Il crollo è avvenuto dopo le 12:30 nella sala delle dame. Nessun ferito per fortuna, ma ha reso i turisti protagonisti del fatto avvenuto in diretta davanti ai loro occhi. Subito sul posto si recò il direttore della Reggia, Mauro Felicori, che in quel momento anche se era impegnato in una manifestazione, decise di intervenire sul posto, per poi spiegare l’accaduto nel pomeriggio. “E’ stato il distacco di un pezzo di intonaco” precisò Felicori, ma riguardando il soffitto decise che ci saranno analisi più approfondite sull’accaduto. Riguardando le stabilità degli oggetti disse: “Si suppone che si tratta di un rifacimento dopo un terremoto degli anni 30 che non ha aderito al supporto e a degli interventi di rafforzamento eseguiti con le iniezioni di cemento, che dopo sono state scoperte incompatibili con la calce”. Feliconi disse:” Queste problematiche, che non hanno alcun rilievo strutturale, non sono visibili dall’esterno, tant’è che non si erano registrati segnali di distacco nei mesi scorsi”. Per ultimo Feliconi aggiunse: “ci saranno restauri la prossima settimana”.

Chiara Abbate  1D

Incontro con Riccardo Gazzaniga



Il 23 gennaio 2018 nella nostra scuola c’è stato un evento importante per il nostro istituto: a farci visita è venuto il grande autore (nella vita quotidiana un normale poliziotto) del libro NON DEVI DIRLO A NESSUNO: RICCARDO GAZZANIGA che si è mostrato molto disponibile. Il nostro incontro fa parte del  suo tour nelle scuole per rispondere alle domande dei ragazzi.
L’accoglienza a Gazzaniga non è stata una delle migliori perché il nostro vicepreside era scomparso “il prof Cerri” e l’autore con il suo editore  erano fuori dalla porta aspettando che qualcuno li facesse entrare.
La nostra professoressa  Mottini  era in ansia non solo per paura di doverlo presentare ma anche per la figuraccia che stavano facendo.
Alla fine la Mottini si è decisa e insieme alla Colazza sono andate ad aprire la porta per accoglierlo nella sala teatro dove tutti noi eravamo ad aspettarlo.
Appena arrivato ci ha raccontato un po’ della sua vita descrivendosi come una persona umile, dicendo che anche se voleva una motocicletta bella non aveva i soldi per comprarsela ma doveva guadagnarseli come noi, ci ha fatto capire che la scrittura è una  passione.
Dopo un po’ di spiegazioni Cerri ha avviato il giro delle domande, ho iniziato io partendo subito con una domanda molto piccante e imbarazzante :“Le esperienze hot che hanno passato i ragazzi le ha passate anche lei da ragazzo?”, e lui molto imbarazzato e a tono basso ha risposto “sì come tutti i ragazzi a quell’età si fanno delle esperienze nuove” ha cercato di non prolungare troppo la risposta (secondo me!) per la vergogna, cosi è andato avanti.
Ci sono state altre domande come “faranno un film su questo libro?” oppure “dove scrivi i tuoi libri in luoghi dove ti concentri guardando il cielo? ecc..” e lui ci ha spiegato che gli piace scrivere su una scrivania posta all’ingresso di casa sua dove scrive guardando un muro con musica di sottofondo. TROPPO FORTE ‘STO RAGAZZO!
Un’altra domanda molto interessante è quella di una ragazza che gli ha chiesto se si era ispirato ad un film e lui ha risposto che più che a un film si è ispirato alla canzone “Blood on Blood”  di Bon Jovi che ha scritto la sua canzone ispirandosi ad un film.
Finalmente dopo tanti turni sono riuscito a farmi ridare il microfono per un’altra domanda: ovviamente una domanda “piccante” “Hai mai avuto la stessa sensazione di Luca di voler vedere e toccare le tette di Marica quando andavano su e giù?”
E lui ha risposto “Sì, (sempre con tono basso e imbarazzato) a quell’età gli ormoni diciamo sono difficili da tenere a bada.”
Io invece, da ragazzo, penso che  forse avendo l’amica tettona diciamo che la voglia di toccare c’è sempre.