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giovedì 8 marzo 2018

Che puzza Sull’Everest!



Sulla scia di film meravigliosi come Sette anni in Tibet ed  Everest, molti di noi hanno fantasticato su mondi ormai perduti dalla bellezza mozzafiato, sui miti dello Shangri-la e dello yeti… Su montagne  incontaminate dove l’uomo occidentale poteva ritrovare la giusta dimensione delle cose, plasmato dalla fatica e dalle imprese estreme …
Sì, bellissimo, ma svegliamoci da questo sogno, perché le cose non stanno affatto così! Persino  la vetta più alta del mondo, l’Everest è diventato ahime!, una discarica a cielo aperto dove frotte di turisti ricchi e senza esperienza pagano migliaia di euro per farsi letteralmente portare sulla vetta. Dato che i più benestanti si poterebbero pagare un tour sulla luna perché non ci si potrebbe pagare un tour sulla grande vetta?
Dunque molti lo fanno e grazie ad una cifra non poco ingente tutti possono solcare questa alta vetta.
Molto bello da pensare peccato solo che coloro che arrivano in cima non siano tutte persone molto civili ma spesso si dilettano a lasciare doni in sacrificio al monte come escrementi e spazzatura di ogni tipo.
Il governo  nepalese ne  è già al corrente ma se sono tante le squadre di pulizia sull’Everest, ancor di più sono gli incivili.
 Un esempio da seguire sarebbe quello di dotarsi  di sacchetti per i rifiuti da riportare poi a valle come confermato da Dawa Steven Sherpa che dirige dal 2008 le squadre che ripuliscono il monte.
Ogni anno gli scalatori sono più di 700 e ognuno ha bisogno di fare i propri bisogni, Molti scavano delle buche dove poterli fare spesso vicino ai campi base che nonostante siano provvisti di cucine e comfort non dispongono di bagni pubblici tranne uno che si trova a più di 5’000 metri di altezza.
Un’altezza  notevole se solo l’Everest non fosse alto quasi 9’000 metri quindi il governo nepalese ha stabilito una regola che prevede che ogni esploratore debba riportare al campo base almeno 8 kilogrammi di rifiuti.
L’Everest venne scalato per la prima volta nel 1953 dallo scalatore neozelandese Edmund Hillary e dallo sherpa nepalese Tenzing Norgay. Da allora l’impresa è stata compiuta da circa 4.000 persone, alcune con l’aiuto di bombole per l’ossigeno, guide sherpa e aiutanti che trasportavano l’attrezzatura. Nello stesso periodo di tempo circa 900 persone sono morte nel tentativo: i corpi di almeno 260 di loro sono ancora dispersi, ricoperti dal ghiaccio e dalla neve.
Nella sua prima spedizione nel 2008 con la sua squadra di pulizia Dawa Steven ha portato a valle circa 15 tonnellate di rifiuti e nel 2012 circa 1.7.
Infine le buche, come testimoniato da Ang Tshering, dove finiscono gli escrementi devono essere ben profonde perché quando il ghiaccio si scioglie potrebbero risalire e contaminare le acque che si ricavano dai torrenti.
Luca Gigli 3B

mercoledì 7 marzo 2018

Mare di Puglia



Il mare di Puglia è famoso tra turisti visitatori e per chi cerca fascino, emozioni, avventura, relax e benessere.
Un mare che tutti vorremmo visitare è il mare di puglia, molto caldo e soprattutto molto interessante. una sua particolarità è che se vai nella parte interna puoi vedere i monti che si trovano dall’altra parte del mare. Scintillante verso mezzo giorno  e luminoso di notte e fa risaltare le sue onde.
A Taranto la costa Tarantina è particolarmente bassa e prevalgono le spiagge circondate dalla macchia mediterranea. Verso sud la costa è particolarmente alta e a picco sul mare dove l’acqua è poco profonda e limpida. Altre spiagge affascinanti sono Lido San Giovanni, Punta Pizzo, Punta delle Suine, Lido delle Conchiglie, Seno Della Purità e Baia Verde. Ed altre coste molto belle sono Porto Cesareo, Santa Caterina e Santa Maria al Bagno. Tricase, dove ci si può fermare  contemplare la Serra, un piscina naturale formata dalle acque del mare oltre l piscina naturale le acque sono suggestive come gli scogli in località Santa Cesarea.
A Porto Badisco il mare si fa calmo e limpido e poco distante si trova la spiaggia di Torre S. Emiliano baia di sabbia bianca che scende dolcemente in un mare dagli splenditi riflessi azzurri.
Se mai un giorno vorrai visitare una di queste spiagge ricordati le meraviglie che ti ho appena detto e ti auguro una buona vacanza.

Di Daniela Savini


martedì 6 marzo 2018

Emergenza baby gang



Baby gang, un fenomeno non più tollerabile.
Con baby gang si intende un fenomeno di microcriminalità organizzata che è diffuso nei contesti urbani e pieni di malavita, per la quale i minorenni assumo condotte scorrette ed esagerate.
 A causa di violenze avvenute a Napoli da qualche tempo a questa parte, arriveranno cento unità speciali per il programma “Sicurezza Giovani".  In politica sono stati annunciati interventi immediati, aumenterà la presenza della polizia per le strade.  Il fenomeno delle baby gang non si combatterà facilmente. Le azioni compiute da una Baby-Gang partono da semplici bici rubate a vere e proprie rapine con scasso, i componenti del “Branco”, solitamente, portano con loro: coltelli, pugnali, catene, tirapugni, machete ed armi da fuoco. Lavorano in gruppo e si guardano le spalle e sono legati come fossero fratelli. Le notizie più recenti arrivano dalla Campania dove sono avvenute aggressioni su donne, ragazzi e senzatetto. Ma non solo a Napoli è iniziata l’era della baby gang, anche a Roma, nel resto del Lazio e in Sicilia. Questo fenomeno si scatena spesso a causa del modo in cui si cresce oppure per il voler scimmiottare i più grandi. La scienza afferma che i ragazzi frustrati agiscono con più violenza verso le minoranze sociali oggetto di pregiudizi. Le baby gang sono una come una mafia giovanile, noi ragazzi entriamo molto a contatto con le violenze e le crudeli realtà del mondo.
Le ultime notizie parlano di atti di bullismo, aggressioni a ragazzi, adulti e anziani, risse e le emergenze scolastiche come a Napoli: dopo le elementari, non si entra a scuola. Proprio a Febbraio, è stato scritto un articolo ricordando il ragazzo che era stato ucciso a colpi di pistola da una baby gang. Oggi a distanza di due anni è stato arrestato l’ultimo componente della baby gang, accusato come gli altri di tentato omicidio, tentata rapina e possesso d’arma da fuoco.
La sicurezza di noi minori è gravemente in pericolo.
L’emergenza delle baby gang non è per niente da sottovalutare: LE BABY GANG FANNO TERRORISMO SOCIALE.
Marina Guzzi 2B


lunedì 5 marzo 2018

L'automobilismo e la sua storia



L'automobilismo consiste nel gareggiare alla guida mediante un'automobile da corsa. Le gare si basano su  un regolamento tecnico  che varia a secondo della tipologia di competizione, in un autodromo o su un tracciato stradale chiuso alla circolazione. Il primo evento sportivo automobilistico avvenne il 16 luglio 1878, quando due veicoli a vapore si sfidarono in una corsa di circa 201 miglia organizzata presso le strade tra Green Bay e Madison, nello stato del Wisconsin (Stati Uniti d'America): i due piloti ovvero : Frank A. Shomer e Hans M. Farrand  guidavano un veicolo chiamato Oshkosh. Nel 1894 si eseguì la prima competizione automobilistica francese , organizzata dal giornale di Parigi "Le Petit Journal" sul tratto stradale Parigi-Rouen, che vide affrontarsi le De Dion-Bouton, le Panhard-Levassor, le Peugeot e le Benz & Cie. di Karl Benz mentre in quello stesso 1895 venne indetta la prima corsa italiana (18 maggio, Torino-Asti-Torino).  Il 1º maggio 1898 ci fu il primo incidente mortale nella storia dell'automobilismo sportivo, durante la Corsa del Périgueux. Nei fatti, il marchese Renaud de Montaignac de Chauvance, in gara con la sua Landry et Beyroux, urta la Benz Parisienne di De Montariol, tentando un sorpasso. Entrambe le vetture finirono nella scarpata laterale alla strada. De Montariol rimase illeso, mentre de Montaignac subì gravi ferite e morì tre ore dopo l’incidente. La prima competizione automobilistica "internazionale" fu la Gordon Bennett Cup, organizzata dal 1900 al 1905. Invece il primo Ovale fu costruito in Inghilterra a Brooklands nel 1907, il secondo,  più famoso, ad Indianapolis nel 1909, dove nel 1911 nacque la 500 Miglia di Indianapolis che si corre tuttora. L'Italia fu il secondo paese a chiamare la corsa "Gran Premio": la prima edizione ci fu nel 1921. Nel 1924 e si unirono anche Belgio e Spagna. Negli anni trenta si iniziarono a differenziare le automobili del Gran Premio dalle macchine Sport, con le varie case automobilistiche come Alfa Romeo, Auto Union, Bugatti e Mercedes-Benz che costruirono vetture da 600 cavalli. Il peso massimo era di 750 kg, limite in vigore dal 1934 al 1937. Un vero e proprio Campionato del Mondo per macchine da Gran Premio che premiava solo le Case fu organizzato per tre stagioni dal 1925 al 1927 e vide l'affermazione, in successione, di Alfa Romeo ('25), Bugatti ('26) e Delage ('27). Nel 1931 e 1932 fu istituito un Campionato Internazionale che il primo anno premiò Minoia (Alfa) e successivamente Nuvolari (anche lui su Alfa). Nel Gran Premio di Monaco del 1933, per la prima volta nella storia, la griglia di partenza fu determinata dai tempi di qualificazione. Le squadre già da anni erano differenziate dal colore della propria nazione. Francia – Blu (Blu di Francia), Italia – Rosso (Rosso corsa), Gran Bretagna – Verde ("British Racing Green"), Germania – Bianco e dopo Argento (Frecce d'argento), Belgio – Giallo, Giappone – Bianco, Stati Uniti d'America - Bianco con strisce Blu o Blu (Blu reale). Nel 1935 fu organizzato il primo "Campionato Europeo Grand Prix" per piloti, dove i migliori corridori si affrontavano in alcuni Gran Premi Europei.  La competizione durò fino al 1939, anno in cui iniziò il secondo conflitto mondiale, e fu sempre dominato da piloti e vetture tedesche. A Parigi nel 1949, la Federazione Internazionale (oggi la FIA) diede vita al primo Campionato del Mondo di Formula 1 per l'anno successivo. a quel momento  sono nate numerose categorie di corse automobilistiche: quelle a "ruote scoperte" (che oggi sono conosciute come vetture di Formula) e quelle a "ruote coperte" (come le vetture Sport Prototipo, GT, Turismo e da Rally). Tra le ruote coperte, oltre al Rally, il Granturismo si è evoluto con la WTCC (ex ETCC), il Deutsche Tourenwagen Masters (Campionato Tedesco di altissimo livello), i Challenge Ferrari e la FIA GT.

Dennis Evandri III C

IL BOSCAIOLO E I TRE DESIDERI



1.       C'era un volta un boscaiolo e sua moglie che vivevano poveramente in una piccola casetta nel bosco. Vivevano con serenità la loro vita, non con tristezza per la loro povertà perché erano felici di quello che avevano. Lui era un abile boscaiolo, che tutte le mattine andava nel bosco a far legna. La moglie invece era una casalinga e si occupava di pulire e cucinare, e quando poteva andava al mercato per prendere un po' di verdura. Un giorno il boscaiolo, andò nel bosco e iniziò a cercare dei tronchi di alberi caduti, per poterli portare a casa sua. Mentre si aggirava nel fitto bosco, sentì il verso di un piccolo uccellino, allora cercò di capire da dove venisse questo cinguettio. Alzò gli occhi al cielo e vide un piccolo canarino intrappolato in una gabbietta, allora decise di aiutarlo: si arrampicò sull'albero (che non era molto alto) e prese la gabbietta dove era intrappolato. Allora l'uccellino, per essere liberato, disse al boscaiolo che se lo avesse liberato gli avrebbe regalato dei doni: “Oh buon uomo se mi lascerai libero ti darò qualsiasi cosa tu desideri” disse l'uccellino
“Stai tranquillo non ho bisogno di niente, io e mia moglie siamo felici di quello che abbiamo” rispose il boscaiolo “Se hai bisogno di me torna nel bosco e chiamami dicendo queste parole:“Oh piccolo canarino vieni qui da me ho bisogno di te” dette queste parole l'uomo liberò il canarino e se ne tornò a casa. Tornato a casa il boscaiolo raccontò tutto alla moglie: “Moglie mia non sai che m'è successo!”disse “Ho liberato un canarino parlante e mi ha detto che se lo avessi liberato mi avrebbe dato tutti i doni che avrei desiderato”continuò a raccontare. La moglie allora disse: “Torna subito nel bosco e cerca quel canarino e chiedigli del pane”. Allora il boscaiolo la mattina seguente andò nel bosco e chiamò il canarino “Oh piccolo canarino vieni qui da me ho bisogno di te” in meno di un minuto il canarino era lì pronto ad ascoltare l'uomo: “Dimmi buon uomo” rispose il canarino “Mia moglie ha chiesto del pane”  “Certo, ecco a te due pezzi di pane” disse il canarino, e dopo aver parlato con l'uomo volò via. L'uomo tornò a casa con il pane e appena tornato la moglie aveva altri desideri: voleva una casa più nuova e più grande e infine voleva comandare sull'universo. Il bosco andò dal canarino e gli chiese tutto quello che voleva la moglie. Il canarino realizzò tutti i desideri della moglie e dopo aver fatto ciò si congedò dal pescatore. Allora il pescatore tornò a casa dalla moglie e la trovò  in lacrime, vestita di stracci, sulla porta della loro casetta, tutti i desideri erano svaniti, l'uomo era triste ma soddisfatto per la lezione imparata dalla moglie.

MORALE:
Bisogna essere felici di quello che si ha perché ci sono persone che non hanno niente.

Di Alice Pagliarini e Marta Liguori I B


martedì 27 febbraio 2018

Disneyland, il posto perfetto per passare una vacanza in famiglia . Ma siamo sicuri che sia perfetto?


Disneyland, il posto perfetto per passare una vacanza in famiglia . Ma siamo sicuri che sia perfetto?

I SEGRETI DELLA DISENY

Incidenti sul lavoro, segreti e fatti disturbanti.

Disneyland è uno dei parchi a tema più conosciuti al mondo, forse anche il più visitato in assoluto.
All’apparenza  sembra un parco, essendo per bambini,innocente, accogliente in cui ci si può divertire con la famiglia. Ma anche  questi posti  come Disneyland hanno i loro scheletri nell’ armadio.
Molti sono gli incidenti sul lavoro, e lo stress accumulato nella mente dei commessi è tanto. Questo posto è pieni di segreti macabri.
Il primo segreto più disturbante, riguarda  l’incidente avvenuto nel 1947.
La ragazza, all’epoca dei fatti 18enne, lavorava nell’ attrazione ‘’America Sings’’ e recitava nei panni di una

hostess. Il suo compito era quello di salutare il pubblico. Nove giorni dopo l’apertura dell’ attrazione
il suo corpo fu ritrovato schiacciato tra una delle piattaforme che componevano lo spettacolo e un muro. Dopo questo fatto, l’attrazione fu chiusa e furono istallate delle luci all’ interno.
Il secondo segreto riguarda un parco acquatico della Disney chiamato River Country  aperto nel 1974 e rimasto aperto fino al 2001.
Poi troviamo un altra piccola attrazione, un’isola chiamata Discovery Island. Quest' attrazione fu chiusa nel 1999. Alcune persone hanno avuto il coraggio di visitare i due posti ormai abbandonati.
Si è scoperto che in questi due posti si trova un alto tasso di presenza di “Naegleria Fowleri“, una protista che causa la Meningoencefalite amebica primaria, un’ infezione che nel 90% dei casi può essere mortale.
Il terzo segreto riguarda una cosa assai spaventosa, ovvero la scoperta di cenere di un defunto sparsa nell’attrazione Pirati dei Caraibi. La donna che fu causa di questo fatto si giustificò dicendo che quella polverina era solamente latte in polvere. Dopo questo avvenimento, Disneyland non fu solo meta di famiglie e di bambini, ma diventò meta di persone che volevano spargere la cenere dei propri cari ormai defunti.Ci sono anche degli impiegati con il ruolo di aspirare questa leggera polverina, per non mettere a rischio la salute dei visitatori.
ATTENZIONE AI LUOGHI CHE VISITATE!

GIADA VONO IIF


lunedì 26 febbraio 2018

FESTA DEI SINGLE



In questi giorni non si fa altro che parlare di cosa si farà a San Valentino, quasi come se il mondo si fosse condensato in una bolla di sapone a forma di cuore. Ma vero è che non tutti avranno l’opportunità di trascorrere questa giornata in coppia e a tutti i single toccheranno inevitabilmente 24 ore di insofferenza alla vista di mazzi di rose, cioccolatini e qualunque altra romanticheria che puntualmente si manifesta ogni 14 febbraio.
Per fortuna basta avere solo un po’ di pazienza per arrivare a fine giornata e poter finalmente spadroneggiare incontrastati il giorno in cui tutte le sdolcinatezze passano in secondo piano, ovvero il 15 febbraio, il giorno della festa dei single.
Se il 14 Febbraio si festeggia San Valentino fra rose, cioccolatini e cene al lume di candela, il 15 febbraio non è da meno, con la piccola differenza che in questa data il romanticismo è off limits.
San Faustino è la festa dei single. Ognuno celebra il suo San Faustino un po’ come vuole ed è da tempo ormai che si può addirittura partecipare a delle feste organizzate in cui, magari, si può incontrare il futuro fidanzato/a se no, divertirsi solamente.
Secondo la tradizione San Faustino dava opportunità alle giovani fanciulle di incontrare il loro “moroso”.
Una leggenda racconta che Faustino fosse il figlio di una famiglia molto ricca di origine pagana, Faustino iniziò ad essere perseguitato degli altri nobili perché si rifiuto di fare sacrifici in onore degli dei. Si racconta, infine, che dopo una serie di trasferimenti San Faustino fu ucciso il 15 febbraio.
Questo giorno diventò la festa dei single perché il nome Faustino ha origini latine propiziatorie; non a caso i “non accompagnati” che aspettano questa festa sperano nella fortuna di trovare l’anima gemella.
Chi ha stabilito che da single non ci si possa comunque divertire il giorno di San Valentino?                                           
Ci sono molte cose che puoi fare non ti disperare, puoi andare a fare shopping sia da sola che con le amiche, oppure puoi stare a casa e ingozzarti di cioccolatini e guardare un film…o anche festeggiare San Faustino con le tue amiche single.
                                                                                                                                        
Elisa Buccolini e Alisya Astolfi
1^A

domenica 25 febbraio 2018

La maschera della Morte Rossa 2.0



Ogni giorno nel castello era festa, tra balli in maschera, musica, ballerini, e tutti erano inconsapevoli di un futuro non molto lontano, una sensazione, un desiderio, un irrefrenabile istinto avrebbe preso, presto tutti loro.

Ogni giorno si organizzavano feste su feste e l’intrattenimento era tanto da esser nullo, c’era sempre meno empatia verso la festa, persino i giullari ch’erano “gli ultimi a morire” non riuscivano più ad intrattenere come prima. Tutti i don Giovanni e le dame non avevano più quel “focoso istinto”, la musica non trascinava più nessuno.

L’unico a divertirsi era il re che cercava di coinvolgere le dame nello spirito della festa ma con scarsi risultati, allora tentò di trascinare chiunque, arrivando persino a pagare gli ospiti purché fingessero di divertirsi. Finchè  al re non rimase un’ultima, insana, opzione. I fabbri erano gli unici a poter aprire i cancelli, anche se era stato in precedenza  impedito loro.  Così eseguendo gli ordini, aprirono i cancelli per fare in modo che il re potesse “reclutare” nuovi intrattenitori portando via i precedenti. La festa divenne da piatta a inesistente e la tristezza inondava il castello.
 Come un’ombra, Noia si insinuava per tutte le fessure, l’animo nel castello non poteva essere più cupo e piatto.
Passarono gli anni e il re non si fece più vedere al castello e agli ospiti fu ormai chiaro  che  era morto per colpa della pestilenza.
Quindi invece del tanto atteso ritorno del re arrivò l’era di qualcun altro, un’ombra più scura di Noia: Pazzia.
Essa avanzava lentamente ma incessantemente, un’ombra più forte, si infilava dappertutto, non poteva essere scacciata, il castello diventò un manicomio senza via di fuga. Iniziarono i primi anonimi spargimenti di sangue e omicidi ripugnanti. Gli assassini cominciarono a vestire i volti delle vittime. Venne poi organizzato un ultimo ballo per abbassare la pressione e calmare le acque, ma invano. Infatti gli assassini smascherati vennero rinchiusi nelle camere e così arrivò un’altra era: quella del Terrore.  
Terrore fu più bravo di Pazzia, si insinuò nell’animo di ognuno di loro.  Iniziarono  quindi i primi suicidi e dilagò nei loro cuori la paura di non poterne uscire vivi. Pazzia liberò i prigionieri nelle camere e questi morirono uno ad uno, i pazzi e i sani, chi per suicidio, chi per omicidio.
Si aprirno così  le porte ad una nuova e ultima ombra: era quella di Morte, arrivò solenne senza bisogno di parlare: scacciò le altre ombre e fece del castello la sua reggia.
Luca Gigli 3^B

sabato 24 febbraio 2018

I NOSTRI PROFESSO(RRO)RI



Oggi sono qui, in veste di  giornalista detective  “Conan” a svelare tutti i segreti dei professori della nostra scuola… Così vedrete se dopo aver letto, vi piacerà ancora questa scuola, anche se credo proprio di sì!
Non so se iniziare dal migliore,  anche perché i posti alti in  classifica sono  molto limitati. Nonostante ciò, qualcuno bravo lo trovi in giro come la professoressa Mottini la preferita di tutti, anche nostra insegnante di Italiano.
Che dire, la Mottini ha uno  sguardo peggiore di quello di una serpe pronta a mordenti come fa un vero predatore e metterti tre come nessuno sa fare! Ma tanto, nel suo profondo,ha un animo buono e se non la fai arrabbiare è la persona più buona, gentile e premurosa che ci sia.  Rende le lezioni divertenti portandoti in cortile, in aula informatica a farti scrivere gli articoli di giornale. Questa  è una delle cose più belle che puoi fare a scuola anche perché con lei non scrivi  articoli noiosi e brutti ma quelli divertenti come cambiare il finale dei Promessi Sposi rendendolo comico e divertente alla lettura.  Ma questa e solo una parte di quello che puoi fare con lei, però la lista è lunga, quindi, passiamo alla prossima o prossimo chissà.
Il più grande nemico della professoressa Mottini è il perfido professore Serini detto anche “Cosetto buffo alto” che è il professore più simpatico che ho incontrato dopo tre anni che sono in questa scuola e fidatevi che di professori ne ho incontrati e anche tanti.
Lui fa sempre scherzi e scherzetti, ormai la borsa della prof. e pieni di fili con cui il professore  lega i manici alle sedie.  Quante volte la Mottini  va di fretta e tira la borsa e la trova legata facendo cadere giù banchi, sedie ecc... Quelle sono le scene più belle che puoi vedere durante le giornate e ci aiuta anche a perdere tempo mentre la prof. sta interrogando ed è molto utile questo.
Passiamo ora ad una professoressa che a differenza degli altri che ho già rappresentato è un po’ diversa in tutti sensi, adesso ne leggerete delle belle!
Ma la migliore è lei: la fantastica professoressa Borgi che è la nostra Lady Gaga! Ma non vi fate strane idee purtroppo: ha un umorismo cosi alto che è pari a quello di un rinoceronte infuriato…fidatevi spero non la incontrerete mai per la vostra incolumità (scherzo ma solo sull’ultima parola).
Per gli appassionati di musica ora vi presenterò una delle persone più normali che insegna nella nostra classe perché abbiamo casi irrecuperabili.
La professoressa di Musica è la Petricone: lei è una di quelle più normali anche se, ogni tanto sembra che se non studi la sua materia ci sarà la fine del mondo. Purtroppo  non ha ancora capito che la sua materia la studiamo solo perché è obbligatoria, tanto per il romanticismo e cose così ci pensa la nostra prof.ssa di arte che vi presenterò a momenti.
Spero che  vi stia aiutando a schiarire le idee sulla decisione che volete prendere, ma fidatevi, vi conviene finire di leggere questo articolo.
Non so se presentarvi subito la punta di diamante della nostra classe nonché  la nostra coordinatrice, la professoressa più brava dell’istituto che riesce a migliorare tutto quello che è sbagliato con un solo tocco di pennello:  la nostra prof. di arte…
Ohohohohohohohoo:
 la Di Genova!!!!
la puoi chiamare in diversi modi: la modella.  Ogni volta viene con un vestito nuovo: non so dove li prenda o dove li tenga.
Oppure la puoi chiamare la donna del dolore, ha sempre un dolore diverso mi sembra mia nonna quando ha fatto sessanta anni, si lamenta il doppio anche perché e allergica alle medicine quindi dobbiamo sopportare i suoi lamenti, fingendoci interessati perché la sua decisione conta molto. Infatti essendo la coordinatrice potrebbe metterti un voto in meno nonostante la disapprovazione di tutti.
La lista è ancora lunga passiamo ad una materia importante: la matematica anche se la professoressa è da revisionare.
La Vecchione dice di essere giovane ma io la trovo “retrò” sia di estetica che di anima. Anche se, pensandoci bene, una cosa positiva ce l’ha: se non capisci qualcosa è disposta a rispiegartelo anche se ha un umorismo pari a quello di ROSITA, la gallina del mulino bianco (a dirla tutta, io trovo più simpatica la gallina).
Poi c’è la materia dove tutti siamo bravi (escludendo  la ricreazione!): Educazione Fisica.
La Corai è la nostra insegnante simpatica ed andare in palestra è la cosa più bella della giornata. È  sempre accompagnata da Lo Tufo, suo compagno di materia con cui si divide le classi. Con loro puoi fare molti tornei come quello di pallavolo e calcio, fidatevi: il divertimento è assicurato!!
Ma ora passiamo alle lingue straniere! Per quanto riguarda lo spagnolo troviamo la mitica professoressa Rocca: primo consiglio da seguire: non vi avvicinate troppo o avrete una sputazza in faccia che finirete l’acqua della scuola per pulirvi. Secondo, ogni tanto le prende a fare una cosa:  mette la nota a chi non ha fatto i compiti e nella nostra classe perde tutta la lezione per scriverle. Quindi, copiate pure gli specchietti perché tanto il tipo di compito è sempre lo stesso.
In inglese troviamo la Sozzi: il suo tipo di compito sarà sempre lo stesso: scegli a, b, c, d.
L’inglese è la mia materia preferita: mi piace così tanto che ho una fila di 3, 4, 5 non ho preso una sufficienza, sì, è uno scandalo.
Comunque  la Sozzi è una di quelle più brave però le sue unghie più che smalto nero sembrano sporche.
Poi passiamo ad una materia chiamata “doppie squadre”; il soprannome che le abbiamo dato noi, insegnata dalla Iesu.  Purtroppo fino a qualche tempo fa conoscevo solo uno di Iesu cioè Gabriel (calciatore di serie A della Roma).
Sono però abbastanza contento perché a differenza di quella dell’anno scorso è molto meglio spiega  bene e ti aiuta  se sei in difficoltà: ve la consiglio.
Prima di arrivare al pezzo forte voglio parlarvi di una persona che non è un mio professore ma è fondamentale per la scuola il prof Matteucig: detto il prof partenopeo quello che sa fare gioco di “squadre” e anche di squadra! Colui che insegna matematica ed è  molto premuroso nell’aiutarti quando sei in difficoltà! Però sa scherzare molto, a volte anche alzando le mani anche se innocuamente.  Lo senti arrivare a un km di distanza perché nei corridoi si sente lui  che urla :”E IO PAGO!!”.
Comunque ti fa divertire molto, ti porta spesso in aula informatica che è raro andarci con le altre insegnanti a parte con la Mottini se fate il giornalino.
Infine l’orgoglio della nostra scuola, colui che mantiene tutto in piedi e che si carica tutto sulle spalle è il nostro professore Cerri.
Cerri è il nostro vicepreside ma parliamo di lui e non dei suoi molti segreti.
Come prima impressione potrebbe sembrare antipatico e straziante perché se iniziate a farlo parlare non finirà più: dalla religione passerà alla carta igienica… Ma  se andate in campo-scuola con lui vi assicuro che cambierà… Non lo riconoscerete più: diventerà tutta un'altra persona: c’è il rischio che si ubriaca pure.
Ora vi saluto spero vi sia piaciuta questa presentazione e che abbia chiarito le vostre idee ma non  scordatevi mai forza la B (CLASSE DEGLI ORRORI).

 Fabio Oliviero 3B



venerdì 23 febbraio 2018

Legoland (Billund)




Legoland è una catena di parchi di divertimento basati sui giocattoli dell’azienda Lego.
Se vi piacciono i mattoncini lego e adorate i parchi di divertimento, allora non potete perdervi almeno uno di questi parchi!!!
 L’azienda Lego Group non è completamente proprietaria della catena di parchi infatti ne possiede solo il 30%, ma il restante 70% va alla Merlin Entertainments.
A  Billund, vicino alla sede centrale della sede LEGO e a breve distanza dall’aeroporto si trova Legoland, il più antico parco della catena dove sono riprodotti, in scala, alcuni monumenti con i famosi mattoncini di plastica Lego.
Fondata nel 1968 dall’azienda danese leader nella produzione di mattoncini Lego la catena si è sviluppata negli anni creando 6 parchi situati in tre paesi europei, uno in California, uno in Florida ed uno in Malesia.
A Windsor, nel 2013, è nato il Lego Hotel al posto di un deposito che andò a fuoco.
Da luglio 2005 la maggioranza di proprietà è passata alla Merlin Entertainments con una quota del 70%, mentre la Lego detiene attualmente il 30%.
I parchi sono progettati per le famiglie con bambini piccoli (fino a 11 anni). Anche se ci sono alcune montagne russe, le attrazioni non sono così numerose ed estreme come gli altri parchi; infatti c’è una maggiore concentrazione di   giostre adatte ai più piccoli.
I parchi sono divisi in vari settori, comuni a tutti i parchi Legoland. Ad esempio, in tutti i parchi c'è una città in miniatura costruita con milioni di mattoncini LEGO che include i modelli di luoghi e scene di tutto il mondo. Altre caratteristiche includono un centro Lego Mindstorms (basato sull'apprendimento divertente), i giardini Duplo (per i più piccoli), un'area di guida (con attrazioni come scuola guida, scuola nautica, scuola di volo e caserma dei pompieri), La mia città, Boschi selvaggi e il Regno dei Cavalieri.

                                                                      Kevin Szewczyk 2^B


giovedì 22 febbraio 2018

WONDER




Ovvero ciò che conta non è l’apparenza, ma ciò che siamo.

Il film inizia con la presentazione di un bambino, di nome August, con una deformazione facciale. Quest’ultimo cercava di coprire il suo aspetto con un casco di un astronauta. I suoi genitori, fin da quando era nato, decisero di non mandarlo a scuola e di dargli lezioni private. Compiuti 11 anni, August doveva iniziare la prima media e i genitori decisero di mandarlo alla scuola pubblica con molta paura e immaginando comunque che non si sarebbe trovato a suo agio. August decise di andarci con molto coraggio. Il primo giorno erano tutti lì, la madre, il padre e la sorella Olivia, davanti all’entrata della scuola per incoraggiarlo. August si incamminava verso la porta principale. Appena entrato tutti iniziarono a guardarlo, lui si sentì molto imbarazzato  ma entrò in classe e le professoresse e i professori giorno dopo giorno lo accolsero, ma i compagni lo prendevano in giro. Un giorno Jack Will, un compagno di classe, si sedette con lui a mensa, e iniziarono a parlare. I giorni passarono e diventarono sempre più amici, presi in giro da Julian Albans, il bullo della scuola ed ex amico di jack. Allo stesso tempo Olivia ebbe difficoltà a ritrovarsi a scuola perché la sua amica Miranda non aveva più confidenza con lei, dato il lungo tempo che hanno passato senza incontrarsi. Ma Olivia incontrò Nadji, un ragazzo che faceva il corso di teatro, a cui poi lei si era iscritta. Essa si accorse però che sua madre passava più tempo con August che con lei, allora s’ingelosì a tal punto da litigare con la mamma. In questo tempo Miranda stava passando brutti momenti familiari: i genitori si erano separati e la madre era depressa. In questo brutto periodo Miranda aveva bisogno di Olivia. Le due dovevano fare uno spettacolo teatrale e grazie ad esso fecero pace. I genitori di Olivia andarono a vedere lo spettacolo e grazie a quello Olivia e la madre si scusarono. Un giorno i professori di August chiesero di fare delle coppie per costruire un macchinario. Esso  si mise insieme a Jack ed il loro progetto vinse su quello di tutti. August venne prese in giro da Julian, che poi venne sospeso. Nel frattempo, dovevano fare una gita con la scuola, ad una riserva naturale. Arrivati alla riserva, i ragazzi si misero ad ascoltare una spiegazione dai proprietari del parco, ma August e Jack decisero di andare a camminare nel bosco invece di ascoltare. Ad un certo punto vennero fermati da alcuni ragazzi intenzionati a picchiare i due bambini, ma gli ex amici di Julian vennero ad aiutarli. Finita la gita, ritornarono a casa. La famiglia di August, August e Miranda divennero un'unica famiglia. August vinse il premio di alunno dell’anno a scuola e si fece molti amici. Questo film insegna che l’apparenza non conta, ma conta il modo di essere.

                                                                                               Gigli Irene, Di Giovanni Innocenza


mercoledì 21 febbraio 2018

La verità non è uguale per tutti.



Luigi Pirandello tramite l’opera teatrale il “così è se vi pare ”voleva trasmetterci un insegnamento, “La verità non è mai uguale per tutti”.
Nel suddetto testo  parla dei paesani che si affannano tanto a sapere la verità sulla strana situazione della famiglia Ponza. La loro curiosità nasce dal fatto che alla suocera del signor Ponza viene impedito di vedere sua figlia. Provano in tutti i modi a scoprire la verità. Chiedono al signor Ponza il quale afferma che la suocera, dopo la morte della figlia (prima moglie di lui) pensa che la seconda moglie del signor Ponza sia sua figlia di conseguenza quest’ultimo, per non deluderla, decide di non permettere mai alle due di incontrarsi. La signora Frola ,invece, afferma che è lui il pazzo in quanto dopo un periodo di chiusura della moglie in una casa di cura, non l’ha riconosciuta più e per accettarla dentro casa sua ,hanno dovuto simulare un secondo matrimonio . Alla fine per scoprire quale sia la verità decidono di chiederlo alla moglie del signor Ponza che entra in scena velata proprio per simboleggiare l’impenetrabilità della verità . Lascia tutti senza parole affermando che lei è colei che la si crede ,quindi, sia la seconda moglie del signor ponza che la figlia della signora Frola. Ma perchè la verita non si conosce? Cosa voleva comunicarci Pirandello?Beh semplice , ognuno di noi ha un modo diverso di vedere la realtà , la sua realtà.   Ognuno di noi ha un suo vissuto e le sue idee, Pirandello  voleva farci capire semplicemente che la realtà , quella indiscussa, non esiste. Ecco perché dobbiamo rispettare le idee e i modi di  pensare altrui anche se non coincidono con i nostri.
Quante volte ci sarà capitato di discutere con una persona solo perché la pensa diversamente da noi? Insomma un’infinità di volte. Pensiamo alle liti con i nostri genitori o con i nostri amici , loro la pensano in un modo, tu in un altro e così via.
Ad oggi purtroppo tendiamo ad isolare il “diverso”, quella persona che non segue gli altri ma rimane fedele alla sua realtà, al suo punto di vista. Quanti ragazzi prendono in giro una persona o perché non ha vestiti di una determinata marca o magari perché non ascolta un certo tipo di musica.  Questo tipo di atteggiamento è totalmente sbagliato , bisogna rispettare le idee di tutti , senza però perdere di vista la propria.
Proviamo ad immaginare un mondo dove tutti noi fossimo uguali, sai che noia?

Di Isabella Gogorita III C



Petra, la città dei morti




“Petra è il più bel luogo della terra non per le sue rovine  ma per i  colori delle sue rocce tutte  rosse e  nere con strisce verdi e azzurre, quasi dei piccoli corrugamenti, per le forme delle sue pietre e guglie, e per la sua fantastica gola  in cui scorre l’acqua sorgiva. Di questo paesaggio ho letto  una serie infinita di descrizioni che però non riescono assolutamente a darne  un’idea conforme al vero  e sono sicuro che nemmeno io vi riuscirei.  Quindi tu non saprai mai che cosa  sia in realtà Petra, a meno che tu non ci venga di persona”
Lawrence d’Arabia
Con queste parole Lawrence d’Arabia cerca di spiegare la bellezza di uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi della terra: Petra.
Petra si trova In Giordania:  nell'antichità era  una città edomita e poi divenne capitale dei Nabatei. Verso l’VIII secolo fu abbandonata in seguito alla decadenza dei commerci e a catastrofi naturali. Tuttavia  anche se  le antiche cavità hanno ospitato famiglie beduine fino ad anni recenti, fu in un certo senso dimenticata fino all'epoca moderna.    
Le numerose facciate intagliate nella roccia, riferibili per la massima parte a sepolcri, la rendono un monumento unico, che è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO il 6 dicembre 1985. Anche la zona circostante è dal 1993 parco nazionale archeologico.
La posizione e la disponibilità di acqua ne fecero un luogo adatto allo sviluppo e alla prosperità di una città. Il luogo è accessibile solo da nord-ovest, per uno stretto sentiero di montagna, e da est attraverso un canyon lungo circa 1,5 km e profondo fino a 200 metri, il Sîq, che ospitava la principale strada di accesso.
Le tombe di Petra sono scavate nei canaloni e sui fronti rocciosi delle montagne, mentre l'area urbana, a causa della mancanza di vegetazione, è caratterizzata da pietrame derivante dal crollo degli edifici, per cui roccia e pietre sono visibili in ogni punto.
L'area di Petra è molto vicina al  Mar Morto e quindi alla Valle del Giordano, caratterizzato da un'intensa attività tettonica, Il 19 maggio 363 d.c. , e poi ancora nel 419 d.c , nel 551 d. c. e nel 747d.c.  ebbero luogo terremoti che danneggiarono la città e i suoi monumenti.
Oggi i turisti invadono Petra in  ogni stagione, e possono godere della bellezza della città anche di notte tra stelle e candele
Atmosfere magiche si respirano a Petra al calar della sera: ecco l’occasione per una cena alla corte dei Nabatei, senza dimenticare l’apertura del Jordan Museum.
CURIOSITA'
Petra è l'unica città al mondo scavata interamente nella roccia e per chi abbia voglia di conoscere i dettagli di una vita trascorsa nelle caverne può leggere  il libro Married to a Beduin, che racconta la storia di una donna neozelandese di nome Marguerite la quale, negli Anni Settanta, ha sposato un beduino e ha passato quasi 20 anni vivendo tra le caverne di Petra.
Ancora oggi si raggiunge Petra a piedi o a cavallo. L'ingresso più caratteristico è quello orientale, attraverso la lunga e profonda fessura delle rocce, chiamata Sik (o Siq).
 Alla fine del primo tratto di questo lungo corridoio si intravede e poi si apprezza in pieno per la presenza di un ampio spiazzo, uno dei più bei monumenti di Petra: il il Tesoro del Faraone (il nome, di pura fantasia è stato inventato dai beduini), la cui facciata è profondamente incisa nella roccia John Burgon, che divenne in seguito decano di Chichester, in Inghilterra, scrisse:
“Trovatemi fuor d’Oriente un luogo che sia il pari,
una città vermiglia antica quasi come il tempo”.
Curioso invece, il commento , del cuoco italiano di Edward Lear, Giorgio: “Oh signore, arrivammo in un mondo dove ogni cosa è fatta di cioccolato, prosciutto, curry e salmone”.
Per molti secoli l’esistenza di Petra fu ignorata dal mondo occidentale, ed essa restò meta esclusiva dei Beduini. Ma nel 1812 un giovane esploratore anglo-svizzero, Johann Ludwig Burckhardt, penetrò nella città nascosta fra i monti e tratteggiò in segreto rapidi schizzi delle meraviglie che vide.
Dopo la scoperta della città, nel 1812, altri esploratori svelarono al mondo gli splendori di Petra. Due francesi, il conte Léon de Laborde e l’ingegnere Maurice Linaut, giunsero sul posto nel 1826 e tracciarono romantici ma precisi disegni dei suoi edifici.
Oggi Petra è una delle località più belle e affascinanti del mondo grazie ai suoi segreti ancora da svelare.
Manolo Indiati 3B


martedì 20 febbraio 2018

A.S.D pomezia rugby LIONS



Sono un ragazzo di 11 anni pratico il rugby da 3 anni e mezzo nella società del Pomezia rugby  e sono capitano della mia squadra dell'under 12. All’ ultimo torneo di domenica mattina siamo arrivati terzi su nove squadre. In quel torneo ho fatto 5 mete. In tre anni e mezzo ho fatto 120 mete. So bene che non è la cosa più importante fare le mete ma l'emozione che provo ogni volta è indescrivibile. Mi piace questo sport perchè mi sfogo contro le altre persone ma soprattutto perchè ci si diverte.
Alla fine del primo e secondo tempo, c'è anche il terzo tempo. Il terzo tempo consiste nel mangiare con i compagni e  con gli avversari, in un unico tavolo. Durante gli allenamenti se ridiamo e scherziamo ci fanno fare molta atletica, perchè vogliono che facciamo i seri, pretendono tanta disciplina.
Questo sport non è per tutti, non è per gli egoisti, non è per i permalosi, è per chi è pronto a condividere un passaggio con un compagno e per chi è in grado di aiutare un avversario che è caduto a rialzarsi, tendendogli una mano. Io amo questo sport!!!

Matteo Ferretti e Jonathan di Paola 1 E

mercoledì 7 febbraio 2018

Il Mar Morto Sta Morendo




(NON SIETE COSTRETTI AD APPREZZARE IL GIOCO DI PAROLE)

Ebbene, sì, a causa dei cambiamenti climatici il Mar Morto sta realmente cessando di esistere.
Alimentato dalle acque del Giordano questo Mare di Sale è il punto più basso della Terra, ben 395 metri sotto il mare, dato il grado di salinità dentro il Mar Morto non c’è vita oltre ad alcuni particolari organismi.
Eppure gli estratti ricavati dalle sue acque hanno proprietà estremamente benefiche e curative.
Più in superficie le acque sono meno salate, scendendo le acque arrivano anche a un  grado di salinità dieci volte rispetto a quello negli oceani.
Il motivo è perché l’Asfaltide, ch’è il punto più caldo nonché il più basso, evapora, ma non riesce a compensare con l’afflusso del Giordano, le precipitazioni e le industrie che risucchiano l’acqua portano ad un abbassamento del livello dell’acqua.
Una delle soluzioni sarebbe costruire un canale che colleghi Mar Nero e Mar Rosso, distanti 160 km l’uno dall’altro, il canale si chiamerebbe Red Sea-Dead Sea Water Conveyance Project  e il costo stimato è di circa 900 milioni di dollari, con probabili danni all’ambiente e lunghi tempi di costruzione.
Si stanno inoltre formando numerose conche ad imbuto grandi quasi quanto un campo da basket e tutt’intorno il Mar Morto il terreno viene divorato e dove prima era presente la costa continuano a crollare gli edifici.
Il Mar Morto è finito nella top dei 10 posti da visitare prima che scompaiano, secondo dati precisi negli ultimi 40 anni il livello del mare è calato di 24 metri e nei prossimi 50 anni potrebbe definitivamente sparire.

Luca Gigli 3B



martedì 6 febbraio 2018

I Promessi Sposi capovolti


Vi ricordate il romanzo storico dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni? Questo romanzo finisce con Lucia e Renzo che ormai non vengono più presi sul serio nel loro paese cosi vanno a vivere in un altro paesino.
Oggi vedrete il finale del romanzo remastered, di Renzo che si stancherà di avere una moglie poco attraente e quindi se ne andrà dalla monaca di Monza e Lucia che presa dalla tristezza e dalla malinconia cercherà di consolare il suo  cuore spezzato con alcool o uomini, peccato che nemmeno loro la volevano.
Ritrovati nel paesino Monte Asini, dopo il matrimonio, Renzo e Lucia comprano una casetta confortevole , a rate, vicino al fiume Pio, così vicino che se esci dalla finestra posteriore ti ci tuffi dentro. All’interno della casa c’erano 4 stanze: una camera da letto, una cucina, una stanza solo per la tv ( a cavolo! Ma a quei tempi non c’era la tv vabbè, tanto chi se ne accorge!!!) e un bagno (anche se la richiesta di Renzo era di avere due bagni visto che molte volte la mattina, con 4 gradi, Lucia combatte con certi problemini intestinali!!!), e ora avendo un bagno solo, nel lavarsi i denti la mattina Renzo dovrà subire la vampata dell’ovviamente profumatissimo odore di Lucia.
Inizia la prima giornata nella casa nuova,  alle 6 e 30 di mattina Lucia inaugura il bagno nel modo in cui ho già detto. Uscita dopo 4 ore sono pronti per andare a farsi un giretto e prendere qualcosa da mangiare per la serata, anche se Renzo a questa idea incomincia subito a costruire un nuovo bagno che abbia  delle tubature collegate al fiume! Lucia intravede da lontano delle faraone a buon prezzo e peggio di un segugio  arriva spedita con i soldi in mano subito a comprarle, ma non ha abbastanza soldi così per un’altra disdetta si accontenta di una coppa del nonno al caffè.
Mentre Lucia pensa a mangiare, Renzo sta scegliendo dei colori nuovi per arredare casa, e tra i colori che gli piacciono c’è color marrone scuro per arredare il bagno, così da aiutare Lucia, bianco bianco per la stanza della tv, rosso arrosto per.., indovinate? Per la cucina e rosa carne per la stanza da letto, per cercare di aiutare Renzo e Lucia nello loro cose.
Tornati a casa Renzo e Lucia incominciano a preparare la coppa del nonno in due piattini per cena, apparecchiano, si mettono seduti  e con un cucchiaio per uno incominciano a mangiare fino a scoppiare. Poi non poteva mancare la botta santa di Lucia e così finì prima del dovuto grazie al colore dato al bagno da Renzo, invece di 4 ore ci mise 2 ore e mezza, e dopo ancora, i due entrarono nel letto e finirono la prima giornata ma iniziarono una nuova vita nell’ormai loro Paesino Monte Asini.
E così NON VISSERO tutti felici e contenti…
Infatti,  dopo appena  un mese di convivenza Renzo si stanca della stessa vita di  ogni giorno così va a vivere a Monza nel convento di Gertrude, e Lucia ripresa dalla disperazione va dall’Innominato e gli chiede se può inscenare un nuovo rapimento perché non vuole più lavare e pulire e cucinare per quel marito attaccabrighe e noioso!
Così tutti vissero lontani e contenti.

Fine

Emanuele Cilona 3B